Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

I PARTE: L’INCONSCIO, I SOGNI E L’AFFETTIVITA’ - Loro definizione, funzione e inter-relazione -

di Gabriella Ciampi psicologa psicoterapeuta - 10-4-16 - h 8,45

Domande di un lettore:

Che tipo di rapporto c’è tra l’inconscio, i sogni e l’affettività? Inoltre, questi tre elementi che tipo d’importanza e benessere possono esercitare nella relazione della persona con se stessa, con il prossimo e con Dio, se l’uomo quando li vive non ha consapevolezza o meglio non può dominarli (come ad esempio nei sogni)?

Le domande poste dal  ns lettore sono complesse perché racchiudono elementi che devono essere definiti e chiariti in partenza per poterne parlare. Perciò ho diviso la mia risposta in due parti: nella prima parte dirò cosa è l’inconscio e che ruolo ha, quale ruolo hanno i sogni, cosa si intende per affettività, e il loro reciproco rapporto; nella seconda parte rifletteremo sull’influenza che questi tre elementi potrebbero avere sulla persona , sul suo comportamento, sulle relazioni, sulla fede, anche qualora non ne sia consapevole e sebbene non possa dominarli o controllarli.

Sarò necessariamente sintetica e semplificherò il discorso per evitare di addentrarmi in teorie, ipotesi e lunghe spiegazioni di cui la letteratura è piena, e che si possono facilmente reperire su internet.

INCONSCIO - L’ i. è quella parte della ns psiche definibile come un deposito di materiale (esperienze, percezioni, conoscenze, pensieri, emozioni) di cui il soggetto non è consapevole. Una gran parte di questo materiale riguarda contenuti che non riescono a trovare una collocazione alla luce della consapevolezza, perché portatori di significati non accettabili per la persona stessa. Ci possono essere vari motivi per cui un contenuto può essere “non accettabile” per l’individuo, sono motivazioni strettamente personali ed individuali, non valide per tutti.   

Freud intese con il termine inconscio (il cui concetto era già presente dai tempi di Platone che parlava di una conoscenza dimenticata e nascosta all’interno dell’animo umano…) un insieme di processi, contenuti e impulsi che non arrivano alla coscienza e che non sono controllabili né razionali.

Ciascuno di noi ha questo deposito personale che riempie via via sin dall’infanzia, il cui contenuto è ignoto a se stessi, tranne che quando si esprime, involontariamente o grazie a un volontario  ns lavoro psicologico, secondo un codice più o meno comprensibile e decodificabile. Un esempio di manifestazione dell’inconscio sono i lapsus verbali o le dimenticanze, oppure i sogni notturni.

L’esistenza di un mondo inconscio è – come diceva Freud –  un’ipotesi necessaria di cui si hanno parecchie prove concrete.

QUALE È LA FUNZIONE DELL’INCONSCIO? In parte è quella di una memoria inconsapevole , cioè di conservare in memoria ciò che viene percepito senza la nostra partecipazione volontaria e cosciente: ad esempio, pensate alla possibilità di recuperare dalla memoria il colore di una macchina percepita con la coda dell’occhio mentre eravate concentrati a parlare per strada con un amico. Attraverso particolari tecniche di rievocazione, è possibile ricordare queste percezioni non consapevoli.

Una seconda funzione importante regolatrice del nostro equilibrio psichico, è quella di essere un magazzino dei contenuti psichici rimossi. Istinti , desideri, pensieri che per la propria morale o nella propria cultura non sono accettabili, vengono rimossi (grazie ad un meccanismo di difesa dell’Io) e direttamente e automaticamente deviati verso questo mondo sommerso. Questi contenuti tuttavia non sono inattivi e inerti, talvolta si fanno sentire attraverso varie modalità  prendendo per esempio la strada di azioni impulsive oppure atti mancati, decisioni/atteggiamenti  che sembrano non appartenerci oppure sogni notturni  (dimenticare completamente di fare una cosa importantissima, cela probabilmente un conflitto o un disagio collegato a quella cosa). Sono contenuti rimossi che tuttavia devono trovare ogni tanto soddisfazione per non generare un malessere interiore che porterebbe al disturbo psicologico più o meno grave fino alla nevrosi o psicosi.

 

SOGNI.  I sogni quindi sono uno dei mezzi con cui si manifestano i contenuti inconsci della nostra psiche. Ci sarebbe moltissimo da scrivere sul sogno e le sue funzioni, mi limiterò a dire che il contenuto dei sogni è sempre legato a ciò che stiamo vivendo, a quello che abbiamo esperito durante la giornata o negli ultimi tempi, a input percepiti più o meno consapevolmente durante lo stato di veglia e durante il sonno stesso, ed infine anche legato a ciò che pensiamo, temiamo, desideriamo. I sogni  usano un codice abbastanza decodificabile conoscendo la materia. Il significato di un sogno è secondo me, sempre personale e non generalizzabile; la parte generalizzabile è quella che rientra nell’area culturale-sociale, nella simbologia condivisa, per cui per es. sognare il mare o l’acqua quasi sempre è simbolo della maternità, ma per il resto gli elementi e la trama di un sogno sono strettamente legati all’individuo e alla sua storia di vita specifica, passata e presente.

IL RUOLO DEL SOGNO  QUALE E’ ? La teoria che sostengo è che il ruolo sia quello di mettere in scena i nostri pensieri, timori, desideri, far agire le nostre idee, sentimenti ed emozioni che non trovano una via alternativa per farsi sentire da noi. C’è un lavorio inconsapevole dei dati che noi memorizziamo o elaboriamo, lavorio che alla fine può esprimersi in un racconto o una scena onirica che in un modo un po’ complicato, simbolico, ermetico, ci offre una visione delle cose, di noi stessi e della nostra vita, da un’altra prospettiva.

 

L’AFFETTIVITA’ – L’affettività riguarda tutte le emozioni, i sentimenti e gli stati d’animo, sia positivi sia negativi, che la persona prova rispetto al mondo, all’esterno, nelle relazioni con gli altri; tutto ciò si esprime e manifesta in atteggiamenti e comportamenti. Il mondo dell’affettività si costruisce partendo dalle relazioni primarie, dal rapporto con la figura di attaccamento, e dai legami e scambi vissuti durante il percorso di crescita e maturazione, e continua a nutrirsi degli scambi con l’altro generando un universo dinamico complesso di reazioni psichiche.

L’affettività catalizza i nostri istinti, le tendenze del nostro inconscio, i nostri pensieri….I conflitti interiori, i complessi, le nevrosi, le psicosi, le rimozioni, sono tutte reazioni affettive”. (P. Daco 2003)

L’affettività – concetto difficile da definire e spiegare- ha a che fare con ciò che “si sente dentro” in risposta a qualcosa di esterno (una sorta di risonanza) e con ciò che spinge a volte a fare, ad agire, pensate a quante volte diciamo “lo farò se mi sento”…. Forse oggigiorno si abusa anche di questo “criterio di scelta o decisione”, molte azioni vengono giustificate con il fatto che è quello che ci “si sente” di fare, come se questo “sentire”  fosse un motivo in sé valido e sufficiente.

-          A QUESTO PUNTO VEDIAMO COME QUESTI TRE ELEMENTI POSSONO ESSERE COLLEGATI TRA LORO.

La relazione inconscio – sogno dovrebbe essere ormai chiara: l’inconscio si esprime attraverso i sogni. A loro volta questi due sono in relazione con l’affettività in quanto raccolgono ed esprimono  la sfera affettiva, cioè sentimenti ed emozioni. Il mondo delle emozioni e sentimenti non sempre trova gratificazione e soddisfazione nella realtà: dove vanno a finire in tal caso?

Tutta la forza e l’energia psichica collegate ad es. a una delusione, un tradimento, o ad una passione non realizzabile o che dev’essere rimandata, andrà a finire dal piano cosciente della sfera affettiva consapevole a quello dell’inconscio, attraverso la rassegnazione, oppure il buon senso o un sentimento di rancore covato. Non sarà difficile veder rispuntare quel trauma o quella passione o quella rabbia all’interno di un sogno dove qualcuno (non necessariamente il soggetto che sogna) agisce quello che “ il sognatore” avrebbe voluto fare nella realtà oppure esprime il suo dolore o rancore in modo diretto e intenso come non ha potuto veramente.

 (continua)

 

 

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