"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

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E' vero che il Cristo non si è rivelato a tutti? E che succede a quelli che non lo hanno conosciuto? - di Renzo Ronca - 11-1-16- agg 31-10-20

 

 

 

DOMANDA: Buonasera volevo chiedervi come mai Gesu' non si e' rivelato a tutti i popoli della terra ,invece di dare il compito di evangelizzare agli uomini dato che per loro era umanamente impossibile andare in tutto il mondo. Perche' gli abitanti del continente americano hanno dovuto aspettare 1500 anni per conoscere il Vangelo? Come potevano salvarsi tutte quelle persone che non hanno ricevuto il suo messaggio? Perche' ad alcuni si e altri no E' anche vero che tantissimi al giorno d'oggi conoscono il Vangelo e lo rifiutano e che noi ragioniamo secondo la nostra logica ,pero' e' una cosa che non capisco In attesa di una vostra risposta porgo Distinti Saluti

 

 RISPOSTA:

Gentile lettore, non sapendo se e cosa ha letto degli scritti del ns sito, né se lei sia credente (ed eventualmente di quale confessione), non posso indovinare il linguaggio migliore da usare, per questo risponderò in modo generico, sperando di arrivare lo stesso a spiegarmi.

 

\\volevo chiedervi come mai Gesu' non si e' rivelato a tutti i popoli della terra ,invece di dare il compito di evangelizzare agli uomini dato che per loro era umanamente impossibile andare in tutto il mondo.

 

1) Il perché ultimo dell’agire di Dio a volte può sfuggire alla nostra comprensione. Non sempre ci è dato saperlo.

 

2) Noi non abbiamo la certezza che Dio NON abbia mai parlato ad altri popoli oltre che ai Giudei. A giudicare da certe assonanze con la Bibbia di altri testi persino antecedenti, può darsi che lo abbia fatto, e che questi popoli non lo abbiano ascoltato; oppure l’abbiano ascoltato in parte; oppure abbiano subito “inquinato” i Suoi richiami facendoli scadere nell’idolatria. Forse i Giudei sono stati scelti tra gli altri popoli proprio perché hanno saputo mantenere la loro fede immutabile nel tempo, senza troppe aggiunte, fatto sta che per noi credenti Dio si è rivelato in Cristo ed ha scelto di farlo in una famiglia giudaica. Gesù Cristo era un giudeo e Gesù ci rivela Dio-Padre.

 

Questo significa che per poter tentare di avvicinarci al pensiero di Dio, alla sua “logica” dobbiamo farlo imparando una mentalità giudaica che è ben diversa dalla nostra nel modo di esporre e di pensare. Anche io come occidentale e dunque erede del pensiero filosofico greco tendo a domandarmi “Perché c’è Dio?” “Perché l’uomo?” “Perché il peccato?” ecc. ecc. Non ne sono sicuro ovviamente ma credo che il pensiero giudaico sia invece molto più concreto, con meno filosofia. Dunque la Bibbia (che è stata pensata e scritta per il popolo giudaico) va letta ponendosi non tanto domande del tipo: “Perché c’è Dio?”, quanto invece affermazioni del tipo: “Dio è.”

 

3) E' anche vero che tantissimi al giorno d'oggi conoscono il Vangelo e lo rifiutano e che noi ragioniamo secondo la nostra logica ,pero' e' una cosa che non capisco...” -

Non è sempre fondamentale che noi capiamo tutto dell’agire di Dio. La nostra fede non si basa sulla deduzione tipo: Dio agisce da A a B poi a C, la cosa mi piace per cui credo in Lui, ma si basa sulla fede appunto! Ora avere fiducia di uno significa credergli pure se a volte non lo capiamo. Ovviamente è solo una scelta coerente attestata dalla coscienza, non un dovere.

 

4) Che Gesù non si sia rivelato a tutti i popoli della terra poi non so se sia vero. Non abbiamo materia per dire di si, né per dire di no. Se parliamo di Gesù nel suo mandato terreno, cioè il primo avvento, era logico che come uomo fosse stato limitato negli spostamenti solo in Israele. Ma noi sappiamo che alla Sua resurrezione ci ha mandato lo Spirito Santo, che è sempre Dio ma che può agire dovunque, non più limitato dal corpo. Credo anche che la rivelazione del Cristo sia sempre PERSONALE. Voglio dire che il Signore non si rivela tanto a questo popolo o a quell’altro popolo ma si rivela a quella persona o a quell’altra persona. Il perché della Sua scelta non lo so, ma il Suo è sempre un rapporto personale, ci chiama per nome, si instaura un rapporto d’amore tra anima e Dio a prescindere da popolo razza sesso e situazione sociale così come dice: “Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù.” (Galati 3:28).

Io so per esperienza personale che il nostro Signore è un Dio giusto e che non si scorda delle anime che a Lui anelano, e che ogni cosa che fa è sempre per il nostro bene, dunque (conseguentemente) so anche che non è distratto o limitato nella Sua opera salvifica su tutta la terra. Che poi gli uomini che Lui ha incaricato (la “Chiesa”, i discepoli, i credenti) riescano fisicamente a raggiungere ogni isolotto ogni tribù, non lo so può essere e non essere, diciamo che non è un problema per il Signore in quanto può raggiungere chi vuole e non lascia abbandonato nessuno; e allora perché deve essere un problema per noi? Io non so come Lui faccia, è vero, ma questo non mi impedisce di credere che Lui saprà comunque come e cosa fare.

 

5) Sorge la domanda: “ma quelli prima di Cristo allora? Saranno mai salvati?” Vorrei riportare qualche passo non proprio facile dell’apostolo Paolo in proposito alla giustizia di Dio che è perfetta:

"Romani 2:6 Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7 vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; 8 ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia. 9 Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male; sul Giudeo prima e poi sul Greco; 10 ma gloria, onore e pace a chiunque opera bene; al Giudeo prima e poi al Greco; 11 perché davanti a Dio non c'è favoritismo. 12 Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge; 13 perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l'osservano saranno giustificati. 14 Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a se stessi; 15 essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda. 16 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo."

Ora, senza entrare nel merito della disquisizione teologica del testo, vediamo che lo straniero (il “non giudeo” e potremmo dire anche il “non cristiano”) ha già come in se stesso i fondamenti della legge di Dio, per questo è “legge a se stesso”. In lui esiste una coscienza in cui il bene e il male si dibattono fino a trovare una risposta che si traduce in un comportamento giusto o sbagliato davanti a Dio (e a quei principi morali che ogni uomo ha in se stesso). Dunque Dio non è ingiusto ma giudicherà l’uomo (che non ha conosciuto la predicazione del Cristo) in questo suo saper valutare il bene ed il male in base a quello che ha scritto nel cuore elaborato dalla sua coscienza.

 

Tutto questo forse ci appare confuso, quasi come fosse un segreto, una elaborazione interiore riservata tra anima e Dio, ma una cosa è certa: quando Gesù tornerà, questi "segreti" saranno tutti manifesti e TUTTI potranno vedere il Signore e riconoscere la Sua giustizia: "Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà" (Apoc 1:7)

 

 

 

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