Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

"È TUTTO QUI?"  

Quando in un cammino cristiano si affaccia la delusione  - 19-4-15- h. 12 - (Livello 3 su 5)

 

 DOMANDA: Una sottile insoddisfazione ci coglie in svariati momenti della giornata, quando ci fermiamo per un attimo pensando al prossimo passo, al prossimo modo di intrattenerci. Tra un impegno e l'altro, una domanda per lo più inespressa ci sorprende, una domanda che ci affrettiamo a seppellire sotto nuovi passatempo. Dal profondo del nostro essere, una parte di noi ci domanda con una punta di delusione: “è tutto qui?”. Tutti i giorni studiamo, lavoriamo, puliamo e riordiniamo le nostre case, cuciniamo, mangiamo, cerchiamo di organizzarci con gli altri per stare un po' in compagnia. Andiamo a dormire e il giorno successivo è uguale. E passano gli anni, e passa tutta la vita. Cerchiamo di dare un senso a quanto abbiamo fatto, proviamo a dire che sì, in fondo, rifarei tutto, errori compresi. Ma ancora dentro di noi quella domanda, che è un buco, una voce bambina, è tutto qui? Che cosa vuole da noi questa vocina? Che cosa si aspettava? La vita è questa, si nasce, si cresce, si muore e ci si sforza di essere felici nel frattempo, non c'è altro. Sì, ogni tanto siamo stati davvero felici, ci siamo sentiti sulla vetta, con tutto quanto ai nostri piedi, e la sensazione di un tempo infinito a nostra disposizione. Ma poi, la vita riserva un crescendo di consapevolezza e spoglia lucidità, che ci mostra quella vetta come una duna del deserto che già non c'è più. Era soltanto sabbia, tutto qui. E se è proprio tutto qui, allora perché sento dentro di me ancora il richiamo di qualcosa di grandioso, perché avverto intorno a me, ma fuori dalla mia portata, una meravigliosa pienezza che spegnerebbe per sempre questa caparbia, piccola domanda?   (S.I.)

 RISPOSTA: La tua mail, che ho riportato interamente, è un bellissimo esempio di meditazione personale espressa molto bene, che subito comunica ciò che senti. Ad una prima lettura potrebbe sembrare la contemplazione di un presente senza vita, una specie di delusione; ma è proprio quella vocina così insistente la chiave che cambia tutto quanto. Non è l’espressione di una insoddisfazione, ma la prorompente vitalità di un’anima che avendo percepito Dio non si rassegna al presente. In questa prospettiva cambia tutto.

Forse allora si potrebbe cambiare la domanda: invece di: “Tutto qui?” che dà l’idea di una piatta fermata, quasi col desiderio di tornare indietro, si potrebbe dire: “E adesso?” che invece lascia aperto uno spazio imprevedibile non ancora conosciuto.

Noi siamo cristiani e il nostro cammino è fatto di un passo dopo l’altro. Come saprai meglio di me la nostra persona vive sentimenti diversi tutti insieme,  gratificanti esaltanti inquietanti o deludenti. Noi siamo di tutto un po’, ma con un “quid” che alla fine emerge sempre sul resto. Il cristiano “dipende” da Dio. Lo sa, lo accetta e anzi lo vuole; ha fiducia che Dio saprà mostrargli cose sempre più grandi, nel tempo e nel modo giusto che Lui conosce.

Siamo un misto di sabbia e di acqua viva, esattamente come la morte in croce e la resurrezione a vita eterna. Le sensazioni negative fanno parte della nostra vita ma il Signore subito le raccoglie su di Sé e le convoglia in crescita positiva.

 

Leggiamo questo passo:

1Corinzi 2

6 Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». 10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; 13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. 15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno.”

 

Non preoccupiamoci allora del disincanto, della delusione di quanto i nostri occhi (umani) vedono nella vita di tutti i giorni. Diciamo invece: “Signore mi hai portato fin qui… e adesso?” Diciamolo mettendo in questo una speranza gioiosa, perché il Signore ha preparato ciò che il nostro sguardo (umano) ancora non vede. Ma forse ci riesce un altro sguardo, quello della fede, se lo alleniamo. Ed ecco che la sabbia morta diventa un silenzio solenne e santo, un luogo dove “togliersi i calzari” come Mosè, perché lì è il Signore che ci parla.   (R.R.)

 

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