Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Quando lui diventa evangelico e lei rimane cattolica

di Renzo Ronca - 4-12-12 (Livello 1 su 5)

 

 

DOMANDA:…da quando mi sono battezzato per immersione  sono iniziati i problemi familiari…. considerando che io non tornerò mai ad essere un cattolico….  e che è irreale l'ipotesi di una conversione evangelica di mia moglie…. cosa potrei fare?

RISPOSTA: Gentile lettore, il suo è un caso più frequente di quanto si pensi. Come accennammo tanto tempo fa (SUI MATRIMONI MISTI ) dobbiamo pensare che la fede in Dio non è una crociata tra chiese cristiane di diverso tipo (ahimé sarebbe una triste e limitata fede nelle istituzioni!) ma una trasformazione continua dell’anima nostra nella conversione, santificazione e consacrazione.

Pensiamo un momento a cosa significa questo e cosa comporta.

Una persona accetta  il Signore, crede in Lui ed ecco che inizia il suo cammino, come giustamente lei ha realizzato già nel battesimo per immersione. Poi però che succede? Succede che si cambia. Dove veramente c’è lo Spirito di Dio vivo non si può più essere gli stessi di prima.

Questo Spirito di rinnovamento, già presente in un cuore (per esempio il suo)  non lascia l’equilibrio familiare indifferente. Sarebbe strano il contrario!  E’ relativamente “normale” che i rapporti cambino in famiglia. Possono maturare o regredire in forme di infantile arroccamento. Tra questi due estremi c'è una serie infinita di possibilità.  

E’ come se nella famiglia entrasse una Persona in più. Non so lei ha dei figli, io ne ho due grandi, ebbene ricordo che io e mia moglie che già all’inizio faticavamo a trovare un accordo in due, ad ogni nascita dovevamo rivedere tutto da capo considerando le esigenze nuove che sopravvenivano.

Cambia l’individuo, cambia la propria famiglia e dovrebbe cambiare la chiesa di appartenenza. Dove c’è lo Spirito Santo c’è continua crescita. Il problema è che non sempre si accetta di crescere insieme. IN questo triplice esempio (individuo, famiglia, chiesa) quella che dovrebbe cambiare per prima e che invece si intestardisce nell’apparente sicurezza della legge antica è la chiesa intesa come organizzazione umana. Le chiese difendono il loro territorio, il loro potere, il loro “possesso di anime”. E’ brutto dirlo ma spesso avviene così ed è questo il motivo per cui non riescono a crescere spiritualmente, hanno paura di perdere qualcosa, di non contare più nella loro indiscutibile “verità legalistica”.

IN famiglia succede la stessa cosa in piccolo: in caso di conversione di un membro della famiglia, gli altri agiscono come anticorpi contro il “diverso”. Non capiscono cosa sta succedendo dentro al cuore rinnovato dal Signore e per paura del nuovo difendono la vecchia configurazione, quando “andava tutto bene”. Lo fanno in buona fede, non è cattiveria. Però certo comunque non è un comportamento di chi ha una fede matura.

Ne era ben consapevole Gesù, che senza mezzi termini dichiarò:

Luca 12:49 «Io sono venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che mi resta da desiderare, se già è acceso? 50 Vi è un battesimo del quale devo essere battezzato; e sono angosciato finché non sia compiuto! 51 Voi pensate che io sia venuto a portar pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione; 52 perché, da ora in avanti, se vi sono cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due e due contro tre; 53 saranno divisi il padre contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia, la figlia contro la madre; la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera».

Quindi a sorpresa sarà proprio la presenza di Gesù che in certi casi porterà divisione.

Non ci sono colpe da darsi in famiglia: non è colpa di lui perché si è convertito, né di lei perché rimane della stessa denominazione di prima. Cristo passa, chiama ed ogni fede è provata col fuoco. Questo fuoco lo priviamo prima in noi stessi, poi attorno a noi, anche e soprattutto con le persone care.

Io pure mi convertii prima di mia moglie ed aspettai. Lei continuò a frequentare la chiesa cattolica e volle battezzare lì una nostra figlia. La lasciai fare. Volle il Signore che proprio in quella festa del battesimo cattolico lo stesso sacerdote dal pulpito disse delle parole che colpirono molto mia moglie (le disse: “porta di là questa bambina che piange e dà fastidio…”. La bambina era lì per il battesimo!) Questo fatto fu la classica goccia per mia moglie che in un attimo realizzò tutto quanto ci eravamo detti in quasi un anno; così anche lei prese la sua decisione.

Voglio dire insomma che ognuno deve decidere da sé.

Sua moglie potrebbe condividere col tempo oppure potrebbe non accettare mai la sua conversione, o magari potrebbe capirla, conviverci educatamente ma senza accettarla.

Secondo me non ci sono cose “da fare” se non essere cristiani il più possibile ed aspettare i tempi di Dio. Se entrambi vi rivolgete a Dio in preghiera (anche separatamente),  qualcosa succederà.

Il Signore (essendo lo stesso per entrambi) aprirà la mente ed il cuore di sua moglie, e a lei caro lettore darà la tolleranza e la serenità necessaria per saperla aspettare, Ma se sua moglie invece di rivolgersi al Signore va a chiedere consiglio al prete, magari in confessione… (con tutto il rispetto) la vedo più difficile. In questo caso allora non sarebbe più il cristianesimo al centro della famiglia, ma la dipendenza ad una “istituzione” gerarchica con delle regole precise che solo apparentemente si definisce cristiana. A quel punto lei caro lettore dovrà evitare di fare la stessa cosa irrigidendosi in atteggiamenti ostili. Confidi tranquillamente nel Signore, preghi molto ed eviti ogni forma di discussione dottrinale. Accolga chi è ancora debole nella fede, le dia fiducia con  tutto il tempo che ci vorrà.

Io partirei a cercare il punto di partenza e di unione familiare, dalla Bibbia con particolare risalto al Vangelo. Chiaritevi se per voi è o no la Parola di Dio. Se lo è, allora si tratterà solo di leggere e mettere in pratica, escludendo tutte quelle cose estranee alla Scrittura.

Verso la moglie spetta a noi avere più pazienza, considerazione e riguardo, in quanto è un "vaso delicato" come dice l'apostolo Pietro.

Un saluto fraterno.

 

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