“ONORA TUO PADRE E TUA MADRE”, SEMPRE?

-Considerazioni rispetto a casi raccapriccianti-

Di Renzo Ronca – 18-11-11 - agg. 20-8-19

 

 

 

 

 

 

DOMANDA: Dio dice di onorare mia madre ma come faccio se…

 

 

RISPOSTA: Cara lettrice, ti parlerò in senso generale mettendo però in evidenza dei fatti molto crudi.  Nelle chiese infatti si vive un cristianesimo a volte irreale, ovattato, dove tutti si amano e si perdonano... si passa un'ora o due tra le nuvole, dimenticando poi che fuori le cose sono diverse e dobbiamo essere cauti e vigilare. Le applicazioni di certe leggi bibliche siano esse sulla fraternità sull'amore il perdono o siano esse sulle condanne, vanno viste CASO PER CASO e  l'applicazione letterale delle Scritture è sempre molto pericolosa. Dobbiamo imparare anche a ragionare: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque  semplici come le colombe e prudenti come i serpenti" dice in Matteo 10:16.

 

Tempo addietro una signora si avvicinò alla nostra Associazione e si aprì parlando della sua esperienza familiare. Una storia molto brutta con abusi e violenze che ovviamente ti risparmio.  Sono cose orribili che non vorrei mai aver sentito. Purtroppo non sono rare queste storie. Anche recentemente nella cronaca ho letto una cosa simile in cui i giornalisti si son buttati evidenziando i particolari più truci (a volte i giornalisti sono peggio di quegli stessi delinquenti che descrivono).  Ricordo ancora quando lavoravo nel campo dell’assistenza sociale, dove ho avuto conoscenza di altri fatti terribili...  Ti dico queste cose non per evidenziare la galleria degli orrori, ma per farti rendere conto che questa purtroppo è la realtà in cui viviamo.

 

Si fa presto a dire di applicare la legge della Bibbia “onora tuo padre e tua madre”. Quella signora di cui ho accennato non è impazzita ma poco ci è mancato; oggi ha una famiglia con dei figli, ma in lei, nel cuore e nella mente ci sono delle ferite che le impediscono di essere emotivamente “normale”, che non si possono curare facilmente; ha delle distorsioni sul concetto di amore che solo Dio potrà rimarginare. E’ seguita attentamente da uno psicologo e da un bravo pastore. Vi sono uomini balordi, indegnamente padri, che spesso non solo non vengono colpiti dalla giustizia terrena, ma osano addirittura rifarsi vivi nella vita delle loro vittime, anche quando queste sono adulte. E queste vittime a volte non parlano per vergogna, per paura, ricadendo con sofferenza indicibile in crisi devastanti che le spingono verso il suicidio.

 

Quando la Bibbia parla di onorare padre e madre dà per scontata una cosa importante: che effettivamente ci sia stato un padre o una madre che abbia onorato, curato, protetto i figli. Ma quando invece quelli si son comportati come bestie immonde, allora non si possono definire padre e madre ma solo animali. Onorare animali così significherebbe avallare la perversione di cui sono composti.

 

E’ in questi casi (parlo come uomo) che davvero fatico ad essere cristiano. Davanti ad un padre violentatore della figlia o a un pedofilo, istintivamente sarei portato a fare giustizia da solo. Però sono cristiano, ed allora, pure se non posso onorare queste “persone” (che di “persona umana” hanno davvero poco), devo onorare il Padre mio che è nel cielo, il quale dice: Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. (Rom 12:19). Ora noi sappiamo che la giustizia di Dio è implacabile con chi volontariamente fa del male, dunque lasciamola a Lui.

 

D’altra parte esiste anche una possibilità che persino il peggiore peccatore possa convertirsi. Dietro vi possono essere state altre storie di abusi che hanno ricevuto a loro volta. IN qs casi si parla di pericolose malattie che andrebbero prima fisicamente fermate (carabinieri) e poi curate (servizi sociali). Ma onestamente, conoscendo per esperienza nel nostro paese l’abbandono in cui versa l’assistenza sociale, dubito che si troverebbero i mezzi legislativi e sociali per farlo.

 

Allora l’unica cosa secondo me è stare lontano da questi esseri immondi.  Chi ci riesce per grazia di Dio, una volta riacquistato l’equilibrio, se proprio vuole potrà anche pregare per la loro anima, ma la vittima stia comunque lontano da chi le ha fatto del male.  Starne lontano in ogni caso: sia che quesi mostri rimangano bestie e starne lontano sia che le bestie si convertano. Non dico questo solo per avversione, ma perché i legami psicologici tra genitori e figli sono profondi e radicati e durano tutta la vita. Anche quando saremo vecchi dovremo fare i conti col genitore “vero” ed il genitore “introiettato”, ovvero l’immagine di lui che abbiamo inserito nella nostra mente, in maniera più o meno contorta. Insomma nel caso di certi genitori abietti spregevoli dovremo sempre saperci “difendere”, non solo nella realtà ma anche nell’immagine (e nei danni) che essi hanno lasciato. Questo durerà anche dopo la loro morte.

Quindi ripeto  (è solo la mia opinione) che in casi in cui ci sia stato qualcosa di violento o oscuro tra genitori e figli, questi figli, per la loro salute mentale è bene che se ne stiano sempre molto lontani dai loro genitori (convertiti o meno), senza più avere contatti con loro, nemmeno al telefono, nemmeno per sms o per mail. Queste poveri figli rovinati si rifugino in una altro tipo di genitorialità, quella di Dio Padre e protettore. Sarà la fermezza e la potenza del Signore a estirpare le radici violente subìte, prima che queste radici possano generare altre piante di peccato; e sarà sempre la dolcezza di Dio a curare le loro anime ferite.

 

 

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