Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

RAFFORZIAMO GLI ARGINI DELLA FEDE

 

Differenza tra talenti e carismi - spirito critico e dono del discernimento - la Bibbia è un rapporto tra Dio ed il Suo popolo - L'uomo da solo non può trovare Dio se Lui non si rivela

di Renzo Ronca - 24-6-11

 

[imm da regione.toscana.it]

 

 

 

 

 

 

 

DOMANDA: La nostra fede in Dio è grande ma a volte mandiamo in vacanza lo spirito critico o il discernimento e ci vuole qualcun altro che al momento giusto ce lo fa notare. Ovviamente, parlo per me. Ci sono dei momenti in cui mi sembra che ci sia armonia tra il Vecchio e Nuovo Testamento ma ci sono dei momenti in cui non solo non vedo armonia tra Vecchio e Nuovo Testamento ma nemmeno tra il Nuovo Testamento e le diverse lettere o l'Apocalisse. Ultimamente, ho letto alcuni estratti di libri di un ex  [prete] che dopo aver [valutato] varie cose si è allontanato del  tutto dalla fede. […]

 

 

RISPOSTA: Avverto un grande interesse in te che si riversa in ogni direzione. Questo può essere un punto di forza che poggia su una intelligenza vivace, ma può essere anche un punto debole (anche Eva era curiosa di tutto).

Pensa a quando aumenta la portata di un fiume: potrebbe straripare. E allora, se vogliamo farlo rimanere nel suo alveo, è necessario rafforzare gli argini. In questo modo la buona acqua non va di qua e di là disperdendosi e provocando danni. Ma questo è solo il mio modo di ragionare, per molti magari è bene che il fiume vada in giro per le campagne. Espongo solo il mio pensiero dunque.

 

Per inquadrare bene la tua lettera è necessario prima capire la differenza tra gli sforzi dell’uomo “normale” e le attività dell’uomo investito di particolari “doni dello Spirito”. Vedremo la differenza tra i nostri talenti naturali ed i carismi, tra il teologo studioso e il “dottore di Dio”, tra senso critico e discernimento. E’ probabile, come io credo, che un uomo senza particolare “unzione”, pure se dotato di grande cultura, debba saper porre dei limiti alle sue ricerche attorno a Dio e alle sue conclusioni se non vuole andare fuori strada.

 

 

Talenti e carismi

Abbiamo tutti dei talenti naturali, che nascono cioè con noi e di cui possiamo disporre tutta la vita. Parlo di predisposizioni innate a fare certe cose.

Poi abbiamo i “carismi”, che possono esserci e possono non esserci ed hanno ben altra valenza! Il significato di “carisma” deriva da una radice greca che vuol dire “grazia”. “Nel linguaggio religioso, è la grazia come dono elargito da Dio” (Trecc.).

 

Faccio un esempio: uno può essere naturalmente bravo a parlare. Ha la lingua sciolta ed è in grado di dire tantissime cose in tanti modi. I presentatori, gli attori, i politici, gli insegnanti, generalmente hanno questa “lingua sciolta”.

Vi sono anche molti predicatori religiosi in grado di dire tante cose, ma pochi hanno veramente “il carisma del predicatore”. L’avere una predisposizione non basta a renderla speciale se questa poi non riceve una speciale unzione dall’alto. Uno può dire cose meravigliose, ma avere la platea piena di gente che sbadiglia, perché questa non viene minimante toccata.

Quando un predicatore ha il dono di Dio, allora l’argomento della predica diventa solo un pretesto, perché è lo Spirito di Dio che agisce e, toccando diversi tasti emozionali e specifici che “sente” nei fedeli, compunge in modo diretto i loro cuori.

 

Stessa cosa per un “dottore della legge”. Il “dottorato spirituale” se così si può chiamare, è uno dei doni dello Spirito Santo nell’ambito della Chiesa.[1]

C’è differenza tra un teologo, ovvero un dottore di religione che ha solo studiato, ed un “dottore di Dio”. Il “dottore di religione”, MAGARI il più grande teologo del mondo, quello che conosce la Bibbia a memoria in greco, in ebraico, che conosce tutti gli altri testi… è solo uno che conosce tante nozioni. Pensiamo anche a due tipi di medici: quello che opera per salvare una vita, ed il patologo che apre i cadaveri e studia il perché dei decessi. Ecco, il più bravo teologo del mondo, se non è unto da Dio, resterà solo un patologo che seziona il cadavere morto della Bibbia.  Se un patologo, anche bravissimo, volesse studiare il perché il cuore batte, potrebbe solo fare delle ipotesi fantasiose: non avrebbe davanti a sé la materia prima. Sul suo tavolo operatorio ci sono solo persone morte. L’uomo di Dio invece, quello che ha ricevuto il carisma di “dottore”, ha fatto esperienza della vita di Dio, perché ne ha ricevuto una trasfusione misteriosa. Lui non si chiede come questo sia avvenuto, è avvenuto e basta. Il teologo deve arrivare con la mente da solo, deve poter spiegare tutto: fa a pezzi e seziona Maria e ne ricava un filone che chiama “Mariologia”; poi fa a pezzi il Cristo, ne fa un altri pezzetti e li chiama “Cristologia”, e così via. L’uomo toccato da Dio invece è un mistico, non ha la laurea, non fa tanti sofismi, ma vive la strada più breve tra il suo cuore e Dio. Il resto per lui è relativo.

 

Spirito critico e  discernimento

Lo “spirito critico”  è una facoltà del nostro intelletto capace di esaminare e giudicare fatti, comportamenti, opere letterarie, artistiche, ecc. E’ bene che ci sia. Senza un giusto spirito critico non si può esercitare la riflessione e, per quanto possa sembrare contraddittorio, nemmeno si può vivere una fede equilibrata. Infatti dobbiamo capire ed essere convinti di ciò che ascoltiamo/facciamo perché  poi trasmettiamo ciò che capiamo.

“ma in assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila parole con il dono delle lingue”. (CEI) 1Corinzi 14:19

Ovviamente il dosaggio dello spirito critico è molto importante: troppo poco significa accettare tutto, mentre quando è eccessivo significa essere sempre in disaccordo su tutto.

 

Il “discernimento generico”, avvalendosi per es dello “spirito critico”, è la capacità di vedere chiaro tra il vero ed il falso, sia da un punto di visto intellettuale oppure dei sensi.

Ma il “discernimento come carisma”, come dono dello Spirito Santo, è tutto un altro discorso!

 

Immaginiamo un pilota di una macchina da corsa. Una corsa speciale, del tipo rally, cioè su tutti i tipi di strade. La vittoria non dipenderà solo dalla tecnica di guida o dalla potenza della macchina, ma anche dall’abilità del secondo pilota detto  “navigatore”; cioè quello che suggerisce la strada, che dice quando scalare la marcia, che avverte il grado di difficoltà di una curva, ecc. Chi ha il dono del discernimento dallo Spirito di Dio è come se avesse sempre un “navigatore” a fianco.

 

 

"Consiglio" di Dio  o "discernimento"

Ogni carisma di Dio è difficile da chiamare in un modo solo ed è impossibile da catalogare. Gli studiosi e le chiese ci provano, e spesso sbagliano. Noi forniamo solo elementi che servono a far comprendere la vastità dell’Eterno. Tra cattolici e protestanti, e tra varie denominazioni protestanti, purtroppo, non c’è dialogo ma fioccano le definizioni. In ambito cattolico, che so esserti più vicino, si fa giustamente riferimento a Isaia 11:2 in cui vengono elencati sei dei sette doni che ci insegnavano al catechismo: uno di questi è appunto il “Consiglio”.

 Io benedirò l'Eterno che mi consiglia; il mio cuore mi ammaestra anche di notte. (Sal 16:7)

Frutto del consiglio è soprattutto la riscoperta della propria vocazione e di quella degli altri: il così detto “discernimento spirituale”. Fondamento del consiglio è l’esperienza e siccome qui si parla di consiglio come dono di Dio è necessario far l’esperienza di Dio sia nella preghiera che nella coerenza di vita.” “Il consiglio Offre un discernimento intuitivo e sicuro nelle scelte che facciamo per conoscere la volontà di Dio. Pensate alla scelta vocazionale. Accresce la virtù della Prudenza. Fa sì che le nostre azioni siano degne di Dio; ci fa agire sempre per la gloria di Dio. Qui si va al di là delle scelte legate solo ai doveri morali. Di per sé non si tratta di scegliere di seguire delle regole, quello è scontato. Non si tratta di scegliere tra un bene e un male, quello è scontato. Si tratta di scelte più impegnative che ci avvicinano a Dio.”[2]

 

Ora se quello studioso che mi hai detto avesse avuto il dono del discernimento da parte dello Spirito Santo, non credo che avrebbe potuto concepire il Dio di Abramo diverso dal Dio di Gesù. Non mi meraviglia che poi nelle sperimentazioni parapsicologiche che ha intrapreso abbia perso la fede. Chi gliele aveva consigliate? La sua acqua del fiume è straripata ed è andata ad allagare il buon senso del cristianesimo nel Vangelo.

 

“Il dono del consiglio ci fa attuare il proposito di vivere secondo il Vangelo nelle situazioni concrete: ci ispira scelte conforme alla volontà di Dio, ci aiuta a risolvere i problemi della condotta personale. E' una specie d'intuizione soprannaturale che aiuta a giudicare prontamente e sicuramente ciò che conviene fare e decidere, senza esitazioni e dubbi, anche nei casi difficili. Lo Spirito ci mette in piena sintonia con Dio e ci fa realizzare il proposito di vivere secondo la sua volontà, e viene in aiuto della nostra debolezza perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare. Occorre essere docili, sottomessi alla mozione dello Spirito, cioè non ostacolarne l'azione: il dono del consiglio richiede alcune disposizioni fondamentali tra cui un profondo sentimento della nostra impotenza ed incapacità, che solo può attirare lo Spirito di Dio ad agire in noi. E' necessaria anche la semplicità e la retta intenzione che ci libera da riguardi e considerazioni umane e ci indirizza con purezza di cuore a Dio”.[3]

 

I doni dello Spirito, i carismi, non sono elargizioni magiche, ma l’effetto di una “nuova nascita”; esperienza molto complessa, che non è solo aver percepito qualche volta la presenza del Signore, ma una evoluzione molto profonda che si basa sulla esperienza di un Dio vivo. E’ dopo una trasformazione della mente, che si può discernere la volontà di Dio. Ovvio che uno deve considerare questa (la volontà di Dio) come la cosa più buona, santa e desiderabile che ci sia.

Per quanto affascinante non è desiderabile la speculazione in sé, la conoscenza in sé, ma la sapienza e conoscenza di Dio; e questa chi può trasmetterla se non Dio solo nel tramite dello Spirito Suo Santo? La speculazione fine a se stessa sarebbe un pezzetto autonomo a cui si vuole dare vita propria. Una specie di idolo insomma.

 

Il discernimento del bene dal male, per noi credenti, sta nel seguire Dio in maniera pura, perché per noi Lui solo è il Giusto, il nostro Sommo Bene. Può sembrare uno slogan, ma solo per chi non conosce Dio.

Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. (Romani 12:2) (CEI)

 

L’armonia tra Vecchio e Nuovo testamento è testimoniata e rivelata dallo Spirito Santo che ha suggerito entrambi. Il raggiungimento di tale armonia dal solo studio del “cadavere del patologo” è impossibile. Occorre che lo Spirito della Bibbia, del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe (e di Gesù), investa la nostra anima e le “parli”, le comunichi i legamenti di vita tra le varie parti. Solo in questo modo le “ossa secche” di un testo antico possono essere “ricoperte dai muscoli e rivivere”.

Spiegare lo Spirito non si può. Vivere lo Spirito si.

Non credo che avrebbe mai fine leggere i testi per capire. Occorre, secondo me, una preghiera regolare al Signore più diretta e convinta, che possa toccare il “cuore di Dio” al fine di essere a nostra volta toccati dal Suo amore.

 

La Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) è la storia di un popolo e del suo Dio e della relazione tra loro, scritta per loro, con la loro mentalità, la loro lingua. Può piacerci o meno, abituati ad essere sempre il centro di tutto, ma è così. In questo ceppo originario possiamo essere inseriti anche noi, se lo accettiamo, con la dovuta modestia. Possiamo anche noi seguire quel Dio, se lo vogliamo. Ma accettarlo significa stipulare un patto che lega entrambi.

Sarebbe bene pensarci. La nostra società occidentale moderna alimenta e premia le persone autonome che da sole arrivano al successo, da sole fanno grandi scoperte, da sole si scelgono il dio in cui credere.

Con il Dio di Gesù (e di Abramo) questa concezione occidentale invece è del tutto rivoluzionata. Ci tocca per prima cosa ammettere la possibilità di essere noi quelli subalterni che vengono scelti. Una posizione di dipendenza già in partenza.

Non è un obbligo accettare tutto questo, ma è un errore volerlo accettare e poi plasmarci un dio secondo la nostra mentalità autonoma.

 

La Bibbia poi non dà la risposta a tutto, non è stata scritta per questo. Non è un trattato per poter capire Dio in 66 lezioni. Si occupa dell’uomo, di una linea da seguire in vista di un suo futuro. Il tema della Bibbia non è il passato e il futuro di Dio, ma il rapporto tra Dio e il Suo popolo. Voler trovare nella Bibbia per forza quello che noi vogliamo trovare è una forzatura. 

Una volta conobbi una ragazza che mi disse che era un tipo “inaccessibile” e “introvabile” se lei lo avesse deciso. Ci feci una battuta sopra che non le piacque e lei sparì. Provai a rintracciarla ma dovetti ammettere che per me era davvero impossibile ritrovarla. Non la trovai più davvero. Con questo non voglio certo dire che Dio si offende o fa i capricci come quella ragazzina permalosa di tanti anni fa, ma che il rapporto a due, la conoscenza di due persone, dipende dalla volontà delle due persone, non di una sola. L’uomo può tentare quello che vuole ma se non c’è l’accoglienza di un Dio che ama rivelarsi, sarà inutile ogni tentativo razionale. Questo che ci piaccia o no.

 

 

 

 

 

Correlazioni:

 

ANCHE IL DIAVOLO SEMINA…  ".. CHI ascoltiamo? Ci vuole un attento discernimento..."

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[1] E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. 1 Cor 12:28

[2] Da http://digilander.libero.it/rinnovamento/documenti/cate_015.htm

[3] Da http://spazioinwind.libero.it/ivipdidio/Preghiere/HTM/sette_doni.htm

 

 

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