Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

EVANGELIZZANDO, NON ANDIAMO OLTRE IL NOSTRO MANDATO

NON SIAMO MEDICI O PSICOLOGI, POTREMMO CAUSARE DEI DANNI GRAVI IN CHI CI ASCOLTA

di Renzo Ronca - 13-2-13- h.18,30 - (Livello 1 su 5)

 

 

 

 

 

 

Quando ci apriamo al mondo per la nostra missione cristiana, in questo caso per evangelizzare tramite internet, ci contatteranno persone che passano difficoltà di vario genere, ne abbiamo già parlato. La nostra buona volontà e l’amore cristiano ci spingeranno a voler aiutare tutti e qualche volta, involontariamente, a dare consigli su cui non siamo qualificati. Peggio ancora ci potremmo involontariamente porre come modello..

Stiamo molto attenti!

Il principio di base che dovremmo seguire ritengo sia questo:

 

Siamo missionari cristiani, dunque limitiamoci a parlare di Cristo. A Lui portiamo le anime che hanno “sete”. Stop. Evitiamo di dare troppi consigli sugli stati d’animo, sulle depressioni, sulle scelte… Non ci dobbiamo sostituire a loro e prendere noi le decisioni per loro; noi non diamo verità ma forniamo solo i mezzi per arrivare ad una possibile scelta (non necessariamente la nostra).

La Verità la spiegherà Dio in chi deciderà di crederGli. 

 

Se ci  capita di incontrare persone che hanno una situazione psicologica precaria o grave, con instabilità evidenti, non rivestiamo i panni dello psicologo, ma indirizziamoli ad uno psicologo vero.  

 

Vorrei fare uno dei tanti esempi possibili: ci scrive una persona in profonda crisi depressiva e ci dice “…aiutami sto male!”

Supponiamo di aver già provato su noi stessi questo terribile male di vivere che è la depressione. Il primo istinto allora sarebbe quello di dire: “io ti capisco, ho già passato questa cosa, ti aiuterò, risolverai tutto, stai tranquillo…” Io spesso l’ho detto, ma penso che sia un errore. Se dico così la persona allora confida in me, si fida di me, si appoggia in tutto a me, divento per lei un riferimento troppo significativo che le causa una dipendenza. Vede me come persona non come religioso che l’avvicina a Dio. Siccome tutti deludiamo e tutti sbagliamo (io riesco a sbagliare anche più degli altri) potremmo procurare delle delusioni, degli intoppi o peggio devastanti crisi. 

Ma anche se non sbagliamo può sempre verificarsi una incomprensione (ricordiamoci sempre che quando si scrive non si sentono le inflessioni di voce, per cui una battuta o una frase leggera può essere intesa come un rimprovero pesante…), magari una mail che pensavi partita invece te ne sei dimenticato… ecco lì che quella persona troppo appesa a te cade in depressione ancora più forte perché si sente abbandonata dall’unico anello che le era rimasto.

Ecco dunque che questa eccessiva identificazione non va bene.

(continua)

 

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