Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

9 - L’ECCESSIVA GENERALIZZAZIONE, UN ERRORE TIPICO DI CHI EVANGELIZZA

di Renzo Ronca - 11-1-13 - (Livello 1 su 5)

 

Estendere un discorso, parlare in senso generale non è sbagliato, ma va fatto con attenzione. Il problema sorge quando applichiamo a tutti –come fossero verità indiscutibili- cose che hanno valore solo per noi, singolarmente.

E’ un po’ come avere degli standard mentali (o peggio dei dogmi mentali) ed applicarli su chiunque.

Questo non solo è un errore di valutazione da evitare, ma nei casi di evangelizzazione può causare intoppi e danni anche gravi nei fedeli che ascoltano, perché limita il pensiero, restringe la libertà e soffoca lo Spirito di Dio.

 

Vi vorrei fare due esempi:

 

1) Un pastore di una chiesa ripeteva spesso che le preghiere andavano fatte con decisione ed  insistenza, in modo continuo e forte.. le paragonava ad una lotta, portando l’esempio di Abramo che “lotta” con  l’angelo di Dio e  “vince” (Genesi 32:24-32). Evidentemente lui aveva sperimentato questa preghiera insistente ed aveva motivi per dichiararla buona. Ma questo era solo un modo di praticare la preghiera, e nello specifico era il “suo modo”. Potremmo dire che generalizzava applicando a tutti i fedeli una modalità di preghiera che lui conosceva, come fosse l’unica da fare.

Non dico che questa preghiera sia sbagliata ma ad esempio vi è un altro tipo di fede, meno “combattiva” e più di “affidamento” a Dio. A certi livelli di consacrazione spirituale forse non c’è più nemmeno bisogno di chiedere perché la divina provvidenza ci dà già il massimo di quanto possiamo immaginare o chiedere. Affidarsi completamente a Dio, dunque, potrebbe essere in certi casi addirittura migliore del combattere per ottenere l’esaudimento. Ma ovviamente anche questa è un opinione. E’ lo Spirito Santo che ci indicherà a ciascuno di noi come pregare, perché nessuno lo sa con certezza: “Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili..” (Romani 8:26)

 

2) Un altro fratello si convertì in una chiesa dove era molto considerato il dono delle lingue. Nei primi periodi era talmente tanto il desiderio di poter anche lui parlare in lingue, che concentrò solo su questo dono tutte le sue aspettative. Ci provava ma non gli riusciva, così si sentiva quasi rifiutato da Dio…  Dopo una penosa crisi prese tutto il coraggio e “si liberò” parlando finalmente come tutti gli altri quando manifestano questo dono. Dopo questa esperienza che evidentemente per lui fu importante, essendo diventato servitore di Dio con il ruolo di evangelizzatore nella chiesa, si sentì anche di andare oltre insegnando e conducendo il gregge.  In tutto questo suo insegnare, il punto di partenza più importante per lui era ovviamente la ricerca del parlare in lingue e il coraggio di potersi “liberare” (esprimendo quell’insieme di linguaggi che a proposito e qualche volta a sproposito si usano nelle chiese di tipo pentecostale). Egli spingeva i fedeli prima di tutto a ricercare e manifestare questo dono. Il resto veniva dopo.

Anche qui possiamo dire che questa brava persona “generalizzava” una sua esperienza personale applicandola a tutta la comunità, aspettandosi che tutti pensassero ed agissero come lui.

 

Gli esempi potrebbero essere tanti, non solo nella grazia ma anche nel peccato; pensate ad esempio ad una persona che ha un grosso problema con un suo peccato che nonostante gli sforzi non riesce ad evitare… pensate se questa persona evangelizzasse generalizzando! Vedrebbe tutti con il suo stesso peccato! Si creerebbero senz’altro situazioni ingarbugliate e non veritiere.

 

Ora veniamo a noi. Noi in questi scritti abbiamo dato importanza all’evangelizzazione per corrispondenza e questa modalità (conoscendo ad esempio il rischio della generalizzazione), ci offre il vantaggio di poter controllare, rileggendo,  quanto diciamo.

Chi evangelizza scrivendo infatti, si presuppone che non sia emotivamente preso da una predica infervorata e comunque, in ogni caso, abbia poi la possibilità di rileggere con calma quanto ha scritto. Rileggere sempre dunque!

 

Conseguente all’eccessivo generalizzare vi è un rischio ancora più grande, che è quello di dare dei giudizi su chi non la pensa come noi. Chi generalizza e non se ne accorge infatti, è portato a giudicare chi pensa diversamente. Attenzione allora!

 

Uno dei modi per combattere questo difetto della eccessiva generalizzazione, oltre alla rilettura dei propri scritti, sta nello scegliersi dei fratelli sinceri e maturi con cui confrontarsi e consigliarsi spesso.

(continua)

 

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