Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

CHIESE EVANGELICHE, BASTA VOLANTINI, LA GENTE MUORE DI FAME!

Di Renzo Ronca – (7-3-10) - 22-7-14-h.10,30

 

 

Considerando la situazione di povertà di questi ultimi anni c’è da domandarsi se l’evangelizzazione classica sia ancora possibile e soprattutto se sia in linea con gli insegnamenti di Gesù. Fino ad oggi le chiese evangeliche, tranne qualche eccezione,  hanno dedicato il massimo dell’impegno e  delle risorse economiche all’evangelizzazione intesa spesso come una cosa staccata dall’assistenza. L’evangelizzazione è tenuta come prima attività, poi, dopo, “se avanza tempo, se ci sono i fondi, se troviamo i volontari, si può pensare anche all’assistenza”.

Ma questo significa parlare da occidentali benestanti, come se tutti stessero bene, significa non vedere la realtà. La povertà oggi è un terribile dato di fatto che investe tutti gli Stati ed aumenterà ogni giorno di più.

Andare ancora di porta in porta, mettere i soliti banchetti con gli opuscoli nei mercati, regalare Bibbie, invitare la gente in chiesa, tentare di prendere appuntamenti per parlare del Signore, sono buone attività che anch’io ho svolto, ma sono attività superate, che oggi si confondono con i venditori delle marche di caffè o con il lancio di un nuovo dentifricio. Le persone sono stufe di queste cose, hanno fame, non solo fame di Dio ma anche fame vera! E’ ora che ne prendiamo atto.

Gesù moltiplicò i pani e disse ai suoi  discepoli “date voi a loro da mangiare”. Io mi sto facendo un bell’esame di coscienza: quante volte ho considerato questo invito solo da un punto di vista dottrinale “dai cibo spirituale, dai la Parola di Dio” e ho perso di vista il suo significato letterale, pratico? Ci vuole l’uno e l’altro; ma forse oggi, per equilibrare una bilancia troppo squilibrata occorre recuperare sull’assistenza pratica, a lungo dimenticata. Basta parole, prima diamo cibo e poi parliamo!

 

Ma attenzione! Evitiamo allo stesso tempo le partenze avventurose! L’azione del singolo individuo purtroppo, pure se ammirevole, è destinata a fallire, perché attività assistenziali oggi devono essere organizzate. Non è possibile partire in quarta senza preparazione e senza un programma, altrimenti si creerebbero situazioni disordinate, illusorie per chi riceve un aiuto e pericolose per chi va senza un progetto serio. Non è la distribuzione di soldi, ad esempio, che risolve la povertà, ma di beni primari con dietro la stabilità di una organizzazione cristiana e collegamenti di inserimento sociale. Sono necessarie associazioni di gente seria, soprattutto appoggiate dalle chiese!! Le chiese hanno gli agganci necessari e tutto quello che serve; le usassero meglio allora! Che ce ne facciamo di megastazioni radiofoniche e televisive? La gente ha fame!!

 

Che le chiese evangeliche non riescano a fare di più è impossibile: vi parlo di una iniziativa a Roma di cui mi ha parlato mia figlia: delle persone pensionate (i pensionati già prendono poco e ce la fanno a malapena a vivere) si sono messe insieme e risparmiando non si sa come, hanno organizzato degli aiuti per altri pensionati più vecchi e con ancora meno soldi e vanno regolarmente a portare nelle loro case  pacchi di pasta, olio e cibo in genere. Noi dobbiamo riflettere ed imparare da queste cose. La domanda è questa: se ci riescono queste brave persone già pensionate e già povere per la misera pensione che percepiscono, come mai la maggioranza delle chiese evangeliche (che percepiscono notevoli decime) sono così assenti da tali servizi verso il prossimo?

Certo lo Stato, l’assistenza statale, dovrebbe fare così dovrebbe fare cosà… ma forse non abbiamo capito che non ce la fa. Non importa se non ce la fa perché i politici si mangiano tutto oppure perché i Comuni sono incapaci, resta il fatto che non c’è personale, non ci sono soldi e non c’è voglia/possibilità di farlo. Per cui bando alle chiacchiere, le cose politiche le risolviamo quando si va a votare; per ora sospingiamo le nostre belle chiese a prendersi cura dei deboli, dei vecchi, dei malati, delle vedove, dei bambini, degli abbandonati, ecc ecc Nelle nostre decime scriviamolo chiaro: “assistenza ai poveri” e i pastori organizzino banchi alimentari, affittino pulmini (ma bastano semplici macchine) per andare nelle case di chi ha bisogno senza aspettare che bussino in chiesa,  sollecitino le gerarchie a sganciare il necessario, diano ai giovani delle cose da fare diverse dal cantare o dalla distribuzione dei volantini! Coraggio!

Già il fatto che sul pulmino o sulla macchina ci sia scritto “chiesa evangelica” è una testimonianza. Saranno le stesse persone che poi da sole si avvicineranno anche alla dottrina. Dopo aver mangiato.

 

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