I PESCATORI DEL MIO MARE ED IL RISPETTO PER LA VITA

di Anna Cuomo - 18-5-13-h.8,30

Mi avevano detto che alle cinque al porto  arrivavano i pescherecci con il pesce locale.

Una volta lì, ho chiesto informazioni a due vecchi pescatori, di quelli che escono con le barchette...
Ho preso un po' di pesce a buon prezzo e al ritorno, i due erano ancora lì e mi hanno chiesto se avessi fatto buoni acquisti.
Come se li conoscessi da sempre, ho scambiato con loro alcune chiacchiere. Uno magro, senza denti e l'altro più robusto e con un sorriso smagliante. Semplici, dall'età indefinita, quasi al di fuori del tempo.
Al ritorno, pensavo che non erano molto diversi, almeno nell'aspetto, dai pescatori di Galilea.

Dalle persone semplici, c'è sempre molto da imparare perché basta guardarle negli occhi e scoprire realtà profonde, profonde come il mare.
Sono sicura che, pur non passandosela benissimo, tra le rughe e la fatica, avranno sorriso di tante cose.

Sono sicura che nessuno di loro avrà mai pensato, nemmeno nei momenti più tristi di suicidarsi. La gente di mare, vive con un senso di sacro rispetto per la vita, visto che conosce i pericoli della navigazione e ogni uscita in mare può riservare brutte sorprese.

In ogni famiglia di pescatori c'è una tragedia che viene tramandata per generazioni e si spera sempre che sia l'ultima.

Per i vecchi pescatori, il mare è un amico: si esce solo se c'è bonaccia e senza allontanarsi troppo. Niente onde da sfidare, restano i ricordi di mille tempeste, di mille lampare.

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