IL TEATRO DELLA VERITA' 

-Dalla raccolta “Che cos’è verità?”- n.4

di Renzo Ronca - 26-1-11

 

 

 

(seguito)

Abbiamo vari livelli di comprensione della realtà. Per spiegare quello che intendo dire immaginiamo la verità come un teatrino: c’è la platea dove siamo seduti, poi c’è il palco con il sipario… avete presente il sipario? Di solito è una tenda pesante e scura che divide la sala dal palcoscenico dove recitano gli attori. Questo sipario viene fatto scorrere o viene sollevato all’inizio dello spettacolo e richiuso  alla fine ed ogni volta che si desidera dividere una scena dall’altra. In pratica si alza il sipario e si “entra in scena”. Se gli attori sono bravi lo spettatore è come se partecipasse emotivamente alla storia che viene narrata; più sono bravi gli attori e verosimili le sceneggiature e più la storia sembra vera.

 

Immaginiamo di assistere ad un racconto particolarmente impegnativo: quello della nostra vita. Abbiamo scene di lavoro, di  svago, scenari politici, guerre, amori, ecc. Il protagonista è ammalato gravemente e si cerca di capire cosa è gli è successo. Siamo al primo atto; l’evolversi della trama è davvero appassionante; noi spettatori siamo così calati nei personaggi rappresentati che ci identifichiamo con essi.

 

Ma che succede? Ad un certo punto mentre la storia prosegue si apre un altro sipario che rivela un secondo palcoscenico dietro al primo!

 

La prima scena prosegue come se la seconda non esistesse. Continuiamo a vedere il dottore che parla al protagonista ammalato, poi arriva il sindaco, la moglie, un poliziotto ed il prete… La storia va avanti regolarmente, senza nessun intoppo. 

La nuova scena invece, quella dietro, si aggiunge attivamente alla prima. Vediamo che ci fu un consulto di medici prima di mandare il dottore che ha visitato il protagonista, vediamo che il sindaco è uscito da una casa di malaffare e vediamo che il vescovo aveva selezionato il prete da mandare…

 

All’inizio noi spettatori siamo frastornati: chi dobbiamo seguire la scena davanti o quella dietro? Però quella dietro è così perfettamente inserita alla prima, che dopo un po’, nemmeno ce ne accorgiamo più. Riusciamo a seguire entrambe le scene. La prima non sa della seconda e va avanti da sola; la seconda scena invece comprende la prima ed è come un suo allargamento, con dei “retroscena” interessanti. Gli attori della prima scena non sanno di questi retroscena e credono di essere indipendenti, mentre gli attori della seconda scena, senza essere veduti dai primi, possono condizionarne gli avvenimenti.

 

Finisce così il primo atto. Niente male, abbiamo scoperto che il nostro protagonista si è ammalato di una influenza particolarmente grave;[1]  il virus pare non avere ancora il vaccino. Sono tutti preoccupati: la moglie, il dottore ed il prete. Dal retroscena abbiamo visto che ci sono state riunioni di gente importante per poter scegliere il migliore medico ed il prete da mandare. Il sindaco invece sembra distratto; dal retroscena sappiamo che è uscito da un incontro mafioso. Che succederà adesso?

 

Sia apre il sipario sul secondo atto…. La prima scena riprende…. Con discrezione sullo sfondo si apre il secondo sipario sui retroscena che riprendono regolarmente….  Ma un momento! Si apre addirittura un terzo sipario! Incredibile! La storia adesso non ha solo una rappresentazione coi suoi retroscena, ma ha addirittura un terzo ambiente di ulteriori retroscena, dove succedono delle cose che nessuno degli attori della prima e della seconda scena conoscono! Sembra così complicato! Come faremo a seguire? Ma ecco che dopo pochi minuti ci pare abbastanza chiaro: la prima scena ha la sua trama “indipendente”; la seconda ha la sua trama che racchiude in sé anche la prima; anzi la condiziona; la terza scena sembra composta da persone a tavolino o davanti al computer che parlano poco. Osservano i monitor, leggono le carte, controllano le due scene davanti al loro e ogni tanto spingono un pulsante.. Pare che riescano a influenzare in qualche modo  agli attori della seconda scena quando devono decidere cose importanti. Ad esempio pare che la formazione e la diffusione del vaccino sia stata organizzata a tavolino con un virus voluto per una sperimentazione particolare..

Gli attori della seconda scena non lo sanno ovviamente, ma nella scelta del dottore i dati erano stati manipolati dagli attori della terza scena affinché la scelta cadesse proprio su quello che era favorevole agli esperimenti.

Incredibile vero?

Gli attori della prima scena, quelli che ci sono davanti, vivono la loro storia ignari di tutto, senza sapere di essere manipolati dagli attori della seconda scena; questi a loro volta non sanno di essere condizionati dalla terza. Quelli della terza controllano tutto ma non sono controllati da niente.

Almeno così sembra…

Il fatto è che a teatro gli spazi sono quelli che sono e tre sfondi già sono difficili da costruire… la terza scena si vede e non si vede… è davvero difficile seguirla. Occorrono occhi attenti ed una concentrazione massima, perché quello che ti prende è sempre la prima scena dove ti sono di fronte, strillano piangono ridono… la seconda è già più dietro, la terza appena si scorge….

Nell’ultimo atto qualche spettatore ha come l’impressione che dietro la terza scena, dietro gli attori che comandano i computer, ci sia ancora un siparietto piccolo che si solleva e non si solleva… difficile dire… non si scorge chi ci sia dentro… 

 

Facciamo adesso un nostro commento su questa ipotetica scenografia. Vi è piaciuta la serata al teatro della verità? Vogliamo provare adesso a metterla più in chiaro? Vogliamo tentare, per quanto possibile, di sbirciare quali sono le scene vere ed i livelli di comprensione ed amministrazione del potere oggi?

(continua)

 

[1] Al tempo di questo scritto (26-1-11) non c’era stata alcuna pandemia e nessun virus covid. [qs nota è del 20-1-21, cioè aggiunta dieci anni dopo la stesura di qs scritto]

 

 

 

 

 

 

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