NELLA GABBIA DEL CRICETO - L’ASCOLTO DI UNA VOLTA E QUELLO DI OGGI – Qualche riflessione su come i meccanismi mediatici ci cambino usando una forma distorta di ascolto - di Renzo Ronca - 14-9-20

 

 

 

 

 

Quando Mosè radunò il popolo di Dio, prima di elencare il patto, cioè il decalogo, disse “Shemà Israel”  “Ascolta Israele!” (Deuter. 5:1)

 

Noi credenti che pensiamo di essere stati innestati nello stesso popolo di Dio per mezzo di Cristo, prendiamo seriamente questo concetto basilare ed importantissimo:  “Ascolta!”. Pensiamo che sia molto cambiato, vediamo da vicino come mai e cosa ne è rimasto oggi.

 

Mi pare di ricordare che quando qualcuno ascolta davvero un altro, si ferma da tutto ciò che sta facendo, tace e si fa attento. Poi quando l'altro ha finito, dopo un minimo di riflessione, se necessario,  prova a rispondere (se vi era una stata una domanda). 

 

L'ASCOLTO allora presuppone un fare spazio in se stessi, una certa accoglienza di contenuto esterno e di una normale elaborazione di quel contenuto.

 

Ma l'ASCOLTO come si intendeva una volta, forse proprio perché è stato tra i primi insegnamenti di Dio dal quale l’uomo si è allontanato, è stato ed è un atto trasformato dalla mondanità [cioè le attrazioni del mondo, l’edonismo (1) ecc.] fino alla nostra epoca, dove è praticamente inesistente.

 

Abbiamo solo una vaga idea di come si faccia realmente ad ascoltare, ma non siamo più in grado di metterla in pratica; forse nemmeno lo vogliamo più fare perché in fondo abbiamo perso anche il motivo per farlo.

 

Generalmente, con grande sforzo, sentiamo con le orecchie i suoni delle prime due o tre parole di chi ci sta davanti e poi subito (soprattutto i popoli più impulsivi dal temperamento latino mediterraneo come il nostro) ci buttiamo a gamba tesa, interrompendo brutalmente con voce più forte e prepotente, contraddicendo l'altro, sicuri di aver capito quello che voleva dire, imponendo la nostra opinione. Ovviamente l'altro, che su per giù è come noi, fa la stessa cosa alzando ancora di più la voce... alla fine non solo non si capiscono più le due persone, ma nemmeno capiscono quelle che gli stanno attorno. E purtroppo non è neppure tanto raro il caso in cui, pur volendo dire le stesse cose, si continui a fare discussioni all’infinito diventando nemici fino alle estreme conseguenze.

 

Ma allora se nessuno in fondo capisce bene i contenuti, su cosa realmente si discute? Una bella domanda. Sec me ci sono livelli diversi di profondità per capire:

 

1) Spesso ci si sofferma e ci si innervosisce per espressioni, modalità, rancori, preconcetti o parole insignificanti, che esulano dal tema centrale; ci lasciamo influenzare da manifestazioni, emozioni o parti che dovrebbero essere periferiche, non rilevanti,  ma che assumono di fatto una importanza eccessiva.

 

2) Per quanto detto sopra ascoltare significherebbe voler cercare di capire, fare spazio, usare il cervello, sapersi mettere nella condizione e nei panni dell’altro controllando le emozioni (empatia)…  ma il non averlo più fatto da troppo tempo ci fa apparire tutto questo come una grande fatica:  “Che pesantezza… ma chi me lo fa fare… che ci guadagnerei…”

 

Mi viene in mente uno sgarbato personaggio molto presente in TV, a cavallo tra un politico e un irritante patetico showman… ebbene se lo prendiamo come esempio dell’uomo del nostro tempo (seppure caricaturizzato come nei cartoni animati, all’americana insomma), ci accorgiamo che a quest’uomo moderno non interessa l'ASCOLTO il contenuto dei discorsi che gli si rivolgono, ma interessa solo L’AFFERMAZIONE DI SÉ. Gli piace essere al centro a qualsiasi costo.

 

3) La discussione insomma potrebbe ridursi a una penosa irritante aggressiva esposizione di se stessi a costo di provocare reazioni anche negative. Perché? Perché così questa persona che dentro non ha niente, potrà convincere gli altri e se stesso di essere qualcosa. Più baccano fai e più sei. Già, perché in fondo, il male di oggi, come allora,  è sempre il nulla e la morte, ma essendo questo “oggi” sempre più insignificante ed insicuro, allora il modo migliore per esorcizzare il nulla sembra essere IL SUCCESSO. Non il successo per un contenuto di valore importante ovviamente -per quel tipo di riconoscimento ci vorrebbero i valori-, ma un successo mediatico sui social, dove tu conti quando ti mettono quell’iconcina col pollice alzato: “mi piace”. Altro che ascolto ed empatia! Troppa fatica! Basta dire la cavolata giusta al momento giusto ed ecco che la gente ti clicca: mi piace, mi piace! Ecco l’appagamento: “piaccio dunque esisto!”.

 

Sentivo l’intervista ad un giovane che sul suo sito internet (blog) era riuscito ad avere tantissimi follower (gente che lo segue fedelmente). Costui esponeva in modo serio e scientifico come aveva fatto ad ottenere quel risultato: in sintesi si era reso conto che se scriveva un fatto reale pochi lo leggevano, se invece falsificava, gonfiava  la verità su dei fatti veri (con gli argomenti più richiesti, tipo sesso, violenza, gente famosa, campagne giornalistiche in atto, fatti di cronaca in evidenza, paure, tenerezza, emozioni forti, ecc. ) allora  la gente che lo seguiva si moltiplicava. Questo giovane proseguiva l’intervista dando dei consigli (come fanno i “tuttologi” o i virologi, che in Italia crescono più dei funghi) e su come realizzare il proprio successo con pochi passaggi.

 

4) Subentra allora un altro tipo di “ascolto” della nostra epoca, non l’ascolto per capire l’altro, ma un tipo di ascolto scientifico cinico ed immorale, che studia gli altri per poterne fare dei discepoli virtuali, dei “followers-pecoroni” che si nutrono di cavolate. Basta scrivere le falsità in modo adatto, con l’uso delle emozioni portate all’estremo! Insomma un sorprendente “NUOVO ASCOLTO”.

 

5) Attenzione adesso! Questi personaggi che emergono dall’anonimato e si fanno notare per la loro efficienza truffaldina, non vengono multati o redarguiti dalla società, ci mancherebbe! Occorrerebbe pensare cos’è il bene e cos’è il male.. che faticaccia…  La ns società senza Dio invece ammira moltissimo chi è così “furbo”! E così vengono avvicinati da chi gestisce le operazioni di marketing, ovvero da quelle grosse organizzazioni che vivono facendo pubblicità ai prodotti per venderli. Questo significa fare un sacco di soldi. Infatti se nel suo blog quel giovane che invece della verità metteva cose inventate, aggiunge in un angoletto delle sue pagine il marchio di un prodotto, ecco che quel prodotto viene automaticamente visto e assimilato da migliaia di persone.

 

Allora ecco un’altra motivazione del NUOVO ASCOLTO: quello che abbiamo detto prima l’”affermazione di sé”, viene a consolidarsi con un altro “valore” aggiunto: IL DENARO, che per noi è la radice di tutti i mali (1 Timoteo 6:10), ma per il ns sistema  è quasi come un nuovo dio.

Ma manca ancora qualcosa… cosa manca a chi si rende famoso ed ha molto denaro? Manca l’affermazione del POTERE.

Ecco dunque che altre organizzazioni, ben più ramificate potenti e misteriose di quelle pubblicitarie, vanno a caccia di queste persone che hanno una intelligenza brillante priva di scrupoli, in grado di manipolare gli altri in internet, e quando le trovano le catturano in qualche modo dando loro successo, denaro e qualche potere. Poi giocando sulla loro ingordigia che non si sazia mai  di successo, denaro e potere, li inseriscono in sciole di comunicazione di massa e ne fanno degli “influencer” di livello medio-alto, fino a diventare degli spin doctors (2).

 

In conclusione ecco il NUOVO ASCOLTO DI OGGI: una rete ambigua tra verità e menzogna che diffonde una realtà parallela, mezza umana e mezza mediatica, che si, ti ascolta attentamente, ma PER USARTI, e non certo per il tuo bene!

 

A questo punto domando: perché non ripescare il nostro cervello e metterlo in funzione partendo dall’ascolto di Dio? Quando dico “Dio” intendo una Persona vera, un Essere preciso con cui relazionarsi e non intendo certo le organizzazioni delle chiese). Probabilmente è l’unico modo per individuare il bene dal male, il giusto dallo sbagliato avendolo Lui per primo spiegato. Solo ”ascoltando” davvero queste informazioni di base potremo avere i mezzi per effettuare poi delle scelte libere. Altrimenti il giusto e lo sbagliato il bene ed il male saranno solo parole che girano senza fermarsi mai, come la ruota nella gabbietta del criceto, mentre noi ci corriamo inutilmente dentro.

 

 

 

 

  NOTE

(1) Edonismo: Concezione filosofica secondo cui il piacere è il bene sommo dell'uomo e il suo conseguimento il fine esclusivo della vita. (Treccani)

 

(2) “Lo spin doctor (dall'inglese [top] spin «colpo a effetto» nel gioco del tennis e doctor, «esperto») è un esperto di comunicazione che lavora come consulente per conto di personaggi politici. Il suo compito è elaborare mediante precise strategie di immagine un'apparenza del politico adeguata da sottoporre attraverso i media all'opinione pubblica, al fine di ottenere consenso elettorale o più in generale per ottenere consensi riguardo al proprio mandato politico” (Wikipedia) – Per chi volesse approfondire può essere utile il nostro dossier PDF: MECCANISMI DI CONDIZIONAMENTO DEI MEDIA:LE ORIGINI (fortemente consigliato).

 

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