PRIMA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE

1989-1994  Rev.3

di Renzo Ronca

 

IDOLI E PREGHIERE

CAP. 3 : SULLE PREGHIERE

 

La preghiera comunitaria potrebbe avere questo schema introduttivo all'ascolto: 1) Lode e benedizione; 2) la volontà; 3) chiedere perdono dei peccati; 4) cercare dissentire la purificazione di Dio dal nostro peccato; 5) rivestiamo l’abito sacerdotale; 6) Controllo e libertà; 7) l’ascolto.

 

1) La lode

 

Abbiamo spesso un'idea confusa sul significato di questa parola e del perché Dio la desideri. Ormai abbiamo imparato a considerare la preghiera come non solo dei suoni da recitare a memoria, ma come un atto vivo dello spirito, un tendere del cuore nostro a quello di Gesù. La lode e' un atto cosciente dell'uomo, di approvazione, di fiducia, di rispetto, a Dio e al suo operato. "Ti lodo Padre, lode a te, Gesù" significa fede, amore, accettazione della volontà di Dio. E' il saluto fedele a Chi ci e' fedele sempre. La lode  e' il rinnovare continuamente il patto di Dio con l'uomo. E' un gesto meraviglioso d'offerta. Dio gradisce quest'offerta, questo gesto pulito del cuore, dello spirito, della mente. E' un atto volontario che Egli accetta e ricambia con infinito amore. Lodare Dio significa riconoscerLo. Ecco perché bisogna lodarLo sempre, al primo mattino, al giorno, prima della notte ed anche quando le cose sembrano andare male. La lode libera l'attività' benefica del Signore dagli ostacoli che noi stessi gli poniamo davanti. Le nostre incertezze, la rabbia, i tradimenti... tutto viene a togliersi di mezzo quando lodiamo Dio, perché lo salutiamo e lo riconosciamo come nostro Signore e Creatore. Atto di fede breve e conciso sul suo potere e sulle sue intenzioni d'amore nei nostri confronti, di cui ci fidiamo sempre. E poi non e' difficile questo saluto, ci siamo solo disabituati a farlo; ci pare una lingua antica dimenticata, forse un tantino ridicola; ma non e' così: il Signore desidera essere riconosciuto, vuole sapere se gli vogliamo sempre bene o se procediamo in una fede stanca, fatta di abitudine. La lode parte dal cuore e rivela il nostro amore per chi ci ama enormemente. E' un tenero scambio d'affetto come tra due sposi. Tra marito e moglie non e' necessario rinnovare l'amore, le promesse fatte il giorno del matrimonio? Niente grandi cose, un pensiero, un sorriso, un saluto con una carezza, un bacio sulla guancia. Pensate che il Signore non desideri il nostro amore? Non basta dire "Ma tu tanto lo sai che credo in te", questo si può dire anche ad un capufficio. Il Signore, Dio, e' una persona vera e i gesti d'amore, quando sono spontanei, sentiti nel cuore, lo commuovono, lo fanno contento, se così si può dire. Ed egli pure ricambia con altro amore, altre piccole e grandi attenzioni verso di noi; come quando si e' fidanzati che ci si porta tanti piccoli doni per il solo piacere di un sorriso, di uno sguardo bello e tenero, rivolto a noi, solo a noi. Diciamo insieme ora "Sia lode a te, Padre" diciamolo dal profondo del cuore, come ad una persona di cui siamo tanto innamorati, come un saluto di fedeltà, come un'attesa di un bacio.. "lode a Te Signore. A Te le mie mani, i miei pensieri, la mia vita" Diciamolo anche quando le cose vanno male, come un atto di fede e di attesa della giustizia, che certo Chi ci ama non tarderà a  mandare: "Lode a te Gesù, abbi pietà di me". (riletta 3-9-18)

 

 

La benedizione

 

Nell'antico testamento si da grande importanza alle benedizioni ed alle maledizioni. Per i figli in particolar modo era indispensabile la benedizione del padre prima di un viaggio o di un'azione o di un opera importante. Qui parleremo della benedizione nel suo significato più semplice: benedire, cioè "dire bene". Noi siamo abituati a dire male degli altri, con ironia, scherzando, con rabbia o per calunnia. Ma le parole lasciano sempre il segno: segno di benessere, di pienezza, se sono buone; segno di malessere, di peso e dolore, se sono cattive. O scherzando o per davvero c'e' sempre un effetto a quello che diciamo, per cui GRANDISSIMA ATTENZIONE VA FATTA ALL'USO DELLA LINGUA! Sappiate sempre che da quello che esce dalla vostra bocca può venire molto male o molto bene. Ci sono delle persone che vi stimano: qualche amico, chi ha scelto di vivervi accanto nella vita, i figli; specialmente per queste persone usate un linguaggio attento, misurato nel tono e nel contenuto per non ferirli, scandalizzarli o caricarli di pesi e rimproveri eccessivi. Assieme alla lode sta la benedizione. "Dire bene" di Dio, perché così e' giusto, perché si rafforzi la consapevolezza in noi, del suo agire perfetto. Dire bene di tutti il più possibile e mettere in conto al nostro Signore qualche offesa ricevuta, senza cercare di ricambiare con la stessa moneta. La giustizia arriverà statene certi, lasciate però che l'amministri l'unico vero giudice esistente, cioè Dio stesso; se vi sembra che tarda non disperate perché i suoi ragionamenti non sono ristretti come i nostri e c'e' sempre un motivo alle sue azioni; un motivo che risulta sempre vantaggioso per l'uomo, pure se non si capisce subito. Dunque parliamo bene del Signore e di quello che ci da' ogni giorno, così come parleremmo bene di una persona che ci ha fatto grossi favori. Questo parlare bene, o benedire, diventerà col tempo il nostro modo di essere, e più saremo vicini al bene e più saremo noi stessi il bene. Leggiamo insieme il Salmo 1O3:

"Benedici il Signore, anima mia: dal profondo del cuore loda il Dio santo. Benedici il Signore, anima mia: non dimenticare tutti i suoi doni. Egli perdona tutte le mie colpe, guarisce ogni mia malattia. Mi strappa dalla fossa della morte, mi circonda di bontà e tenerezza, mi colma di beni nel corso degli anni, mi fa giovane come l'aquila in volo. Il Signore agisce con giustizia: vendica i diritti degli oppressi. Ha rivelato i suoi piani a Mosé, le sue opere al popolo d'Israele. Il Signore e' bontà e misericordia; e' paziente, costante nell'amore. Non rimane per sempre in lite con noi, non conserva a lungo il suo rancore. Non ci ha trattati secondo i nostri errori, non ci ha ripagati secondo le nostre colpe. Come il cielo e' alto sulla terra, grande e' il suo amore per chi gli e' fedele. Come e' lontano l'oriente dall'occidente, egli allontana da noi tutte le colpe. Come e' buono un padre con i figli, e' tenero il Signore con i suoi fedeli. Egli sa come siamo fatti, non dimentica che noi siamo polvere. I giorni dell'uomo durano come l'erba, fioriscono come un fiore di campo: appena il vento lo investe, scompare e non lascia traccia. Ma l'amore del Signore dura per sempre per quelli che credono in lui, la sua grazia si estende di padre in figlio per chi non dimentica il suo patto e osserva i suoi comandamenti. Il Signore ha posto il suo trono nei cieli; regna su tutto l'universo. Benedite il Signore angeli forti e potenti, ubbidienti alla sua parola, pronti ai suoi ordini. Benedite il Signore, voi potenze dell'universo, suoi servi che fate il suo volere. Benedite il Signore, creature tutte in ogni luogo del suo regno. Anima mia, benedici il Signore."

ATTENZIONE: la nostra mente, soprattutto quando non e' molto disciplinata, e' alquanto ribelle e disordinata e poco si adatta a restare ferma su un unico binario; tende quindi a distrarsi, a scappare seguendo impulsi di vario genere. Offrire lode e gloria a Dio significa, tra l'altro, rimetterci anche nel giusto spazio, sul giusto binario. Questo e' anche il motivo per cui nelle nostre preghiere sentite spesso dire "Lode e gloria a te Signore". E' la giusta prospettiva, la posizione interiore più adatta per inginocchiarci davanti a Gesù riconoscendolo come unico Signore e allo stesso modo e' un'apertura spirituale che ci permette di vedere luce ed essere protetti da distrazioni o estraneità. Naturalmente gli eccessi sono sempre da evitare perché ripetere a pappagallo "Lode e gloria a te Gesù" non serve a niente e dirlo a voce forte continuamente, oltre che disturbare chi eventualmente sta parlando, rischia facilmente di divenire una frase troppo automatica, dannosa, più che utile. Accortezza dunque.

 

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