Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

PARTE  II

 

CAP. 1 - IL MOMENTO DELLA SPOSA UN ATTIMO DI RIFLESSIONE PRIMA DI USCIRE DALLA NOSTRA VECCHIA CASA

 

     Siamo abituati a pensare a Dio solo fino a un certo punto; non andiamo molto oltre un certo significato. Questo significato e' rimasto fermo, statico, limitato alla superficialità delle parole. Vi e' un'abitudine, una "routine" di Dio: Lui sta in cielo, noi sulla terra... dobbiamo comportarci bene per piacergli, abbiamo dei comandamenti, abbiamo la fede... Non andiamo oltre. Le verità ora sono impolverate da un uso e da parole che avevano un significato profondo ma che adesso ripetono solo delle forme vuote.

     Ora che abbiamo imparato ad avere grande cautela e discernimento tra la lettera delle frasi e la loro libertà di interpretazione, proviamo con timore di Dio ad affacciarci a quella finestrella sull'infinito che ci suggerisce lo stesso Spirito Santo che continuamente ci forma.

      Sleghiamo un poco i nostri pensieri affidandoci al Signore e cerchiamo di non avere paura delle ipotesi che verranno. Se sbaglieremo e qualcosa sarà troppo puerile o fantasiosa, non produrrà alcun frutto e la taglieremo; ma sarà comunque positivo e liberatorio il tentativo di far muovere la nostra memoria, il pensiero, lo spirito che in noi ancora dorme. Sarà come un giovane che dopo aver imparato tante cose si appresta ora a metterle in pratica. Sarà come la sposa quando aspetta lo sposo prima della cerimonia; e' felice ma anche inquieta.

      Mi riferisco a quel particolare momento, prima della cerimonia, in cui la sposa resta sola, nella sua stanza; si guarda attorno, si guarda dentro e per un attimo rivive tutta la sua storia; batticuore, gioia e speranza, assieme alla malinconia di un distacco ed alla paura del futuro.

      La sposa si rende conto con un po' di sgomento che nonostante la lunga attesa non era affatto preparata a quel momento. Da una parte vorrebbe fuggire la responsabilità e la decisione di un gesto determinante della sua vita, dall'altra si rende conto che tutta la sua vita era stata proprio una preparazione per quel momento stesso.

      Sente gli invitati che festeggiano e per un momento le sembra quasi di non farne parte... come fosse distaccata da tutto... rivede i genitori per la prima volta, con amore e malinconia e le cose non le sembrano più tanto facili. Forse piange quello che crede di non avere più: il calore e la stabilità della casa natia, l'amore incondizionato della madre, le parole dolci, sicure e rassicuranti del padre, la compagnia dei fratelli e delle sorelle... Si chiede se davvero e' pronta; immagina la sua nuova vita per l'ennesima volta, affronta i dubbi dell'ultimo minuto: avrò' fatto la scelta giusta? Riuscirò ad essere una brava moglie?-, si guarda nel suo vestito da sposa e non sa se quella davanti allo specchio e' una donna bella o soltanto una donna sola. E' un momento difficile per la sposa. Il viaggio sta per cominciare e davanti a lei c'e' solo l'immagine di ciò che lascia. Nessuna certezza per il domani. Certo e' stata sempre sicura dell'amore che ha provato per il fidanzato ed e' stata sempre sicura anche dell'amore che lui prova per lei... tuttavia in quel momento, nel vuoto della stanza, si rende conto che e' un salto nel vuoto. Si rende conto improvvisamente che non c'e' sicurezza di niente, ma solo un'ipotesi. Lei sta giocando la sua vita su un'ipotesi d'amore. E' un passaggio tremendo. La maturità le appare in tutto il suo freddo realismo. Uscire da quella porta significa rischiare; rimanere e' calore, sicurezza. Per un momento la paura ha il sopravvento: -..e se lui non fosse quello che sembra? E se diventasse un poco di buono? Se mi abbandonasse? In fondo cosa so di lui? ...- Questa catena di pensieri e' come uno strapiombo che le fa girare la testa; le viene voglia di gridare; poi rivede nella memoria il viso dell'amato, ricorda le sue parole, i momenti belli, il senso di completezza della sua presenza e pure se la mente sembra smarrita, il cuore le dice che va bene, che e' lui quello che ha sempre aspettato, che va tutto bene, si, va tutto bene, si alza contenta, apre la porta, e' pronta a rassicurare i suoi e a dividere i pensieri con quello sconosciuto che il suo cuore conosce ed ama profondamente.

      Ecco, viviamo anche noi questo "momento della sposa", quell'attimo di solitudine che prelude alla nostra partenza.

      Il passato ci appare, nonostante gli errori, come una sicurezza, un nido caldo e stabile. Il futuro e' un'ipotesi; un salto nel buio. Desideriamo lo Sposo, ma ne abbiamo anche paura. Vorremmo andare con Lui, ma allo stesso tempo restare qui, con le nostre case, le nostre umane personalità, le abitudini, i legami affettivi.. A parole siamo tutti pronti a lasciare le nostre case, ad abbandonare il certo per l'incerto, come fece Abramo, ma nei fatti, quando veramente si avvicina il momento della partenza vengono i dubbi, le incertezze e la scarsità di fede che spesso mascheriamo da buonsenso.

      La nostra stessa chiesa può diventare come la casa paterna: vi può essere un pigro adagiarsi nelle dottrine, negli orari delle riunioni, nei piacevoli canti e nelle regolari preghiere. Lo sposo ci attende, la vita di uomini e di donne adulti ci attende, ma ce la faremo a seguirlo davvero in tutto, senza difese, senza avere un luogo dove poter "poggiare la testa"?  Cos'e' questa paura? Guardiamo da vicino il momento della sposa: lei teme di partire e non vedere piu' i suoi parenti; eppure nella maggior parte dei casi succede proprio il contrario: da sposata sarà forse presente più di prima nella casa paterna: parteciperà di piu' alla vita familiare di tutti e porterà anche delle innovazioni; e se benedetta da Dio, anche molti frutti. Dunque l'abbandono e' apparente. In realtà quello che la sposa abbandona e' solo la staticità, la giovinezza. Ella passa una fase importante: diventa matura.

      La chiesa diventa matura, pronta ad unirsi allo Sposo, pronta a partire. Non c'e' nulla da rinnegare o da criticare nel nostro passato e nelle nostre chiese; e' semplicemente la normale crescita spirituale. Chi si e' abbandonato totalmente all'opera di Dio non vivrà le cose in maniera traumatica ma ne contemplerà gli sviluppi serenamente e fiduciosamente.

     La Parola di Dio assume contorni sorprendenti, luci e spessori nuovi. Lasciamo che cio' avvenga. Non vediamo il passaggio di maturità come la perdita di qualcosa: noi non perdiamo nulla, e' il nostro ciclo vitale, diveniamo continuamente.

      Nelle mani di Dio questo divenire, pure se sembra partire da zero secondo la nostra mentalità umana, e' un miglioramento continuo. Il Signore toglie continuamente delle prigioni che come polvere si sono depositate sui nostri pensieri; allo stesso tempo aggiunge continuamente effusioni spirituali, consolazioni, piccole e grandi luci che formano la nostra identità tra le sue mani. Basta solo non resistere all'opera dello Spirito e lasciarlo fare abbandonandosi totalmente a Lui.

 Andiamo ora ad evidenziare alcuni punti che sintetizzeremo a questo modo:

 1) L'abbandono del nucleo originario;

 2) La nuova vita;

 3) I nuovi rapporti col nucleo originario.

 

 

Correlazioni:
 

2 - L'ABBANDONO DEL NUCLEO ORIGINARIO

3 - LA NUOVA VITA

4 - I NUOVI RAPPORTI COL NUCLEO ORIGINARIO

5 - LA VIA GIUSTA: CRESCITA CONTINUA NELL'ESPANSIONE SPIRITUALE

6 - NECESSITA' DELL'ESSENZIALE

 

 

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