Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

SECONDA RACCOLTA DI APPUNTI  VERSO L'ESPANSIONE SPIRITUALE 1994-1995  (Rev. Febbraio 1998)

di Renzo Ronca

 

 

IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relatività delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri

 

PARTE  I

 

CAP. 6 - L'APERTURA ALLO SPIRITO DI DIO INSTAURA UN'ATTRAZIONE E UN ORIENTAMENTO NEI PENSIERI DELL'UOMO E UN MOVIMENTO DI TUTTA LA PERSONA

 

 

  

     Con l'apertura cosciente allo Spirito di Dio (lo vedete nella fig.7 da quell'apertura superiore del cerchio-uomo), si ha una polarizzazione, un orientamento dei pensieri e degli atti dell'uomo. Si stabilisce una mutua conoscenza basata sulla reciproca fiducia tra l'uomo e Dio stesso; il rinnovo del patto antico.  Sarebbe come se l'amore di Dio, la sua azione, arrivasse fino a noi, poi ci invitasse a tornare indietro, verso di lui.

 Ecco accettando questo invito, schematizzato nella fig. 8, che possiamo chiamare "fede", troviamo finalmente il nostro "orientamento" verso Dio. I nostri pensieri si orizzontano, abbiamo capito dove sorge il sole e guardiamo in quella direzione.

Fig.8

 

 

Ma assieme al nostro sguardo, come ricorderete, si sposta tutta la nostra persona; vengono orientati pensieri, decisioni e comportamenti. Tutto aspira ad unirsi a Dio; così come e' scritto:

"Come la cerva anela ai rivi delle acque, così l'anima mia anela a te, o Dio. L'anima mia e' assetata di Dio, del Dio vivente. Quando verrò e comparirò davanti a Dio?"(Sal 42:1-2)

 

Fig.9

 

Questo movimento e' misterioso ed anche pericoloso. Infatti se l'impronta di Dio, la sua rivelazione all'uomo, fosse troppo intensa, l'uomo sarebbe sradicato dal suo ambiente; e conoscendo il sublime, rifiuterebbe poi l'umano; o vi resterebbe come un condannato in uno squallido esilio.

      Si verificherebbe un forte sbilanciamento: l'uomo sarebbe proiettato verso la sola spiritualità.

      L'anima che ha conosciuto Dio non può più adattarsi al mondo, all'umanità -neanche alla propria umanità- così imperfetta, corrotta e limitata. A qualcuno il Signore ha fatto la grazia di mostrare il suo volto, e dopo di questo, per quella persona nulla più e' importante. La pericolosità di certe visioni, di certi "rapimenti", sta proprio nel fatto che si ha una coscienza di Dio impressa nella memoria e nel cuore in un'esperienza dolorosa, meravigliosa, intensissima, a cui nulla su questa terra può paragonarsi. Se l'anima non e' più che stabile potrebbe perdersi in un disgusto terreno e desiderare persino la morte per poter riabbracciare il suo Signore. Ma queste rivelazioni, come squarci di luce in notti profonde, sono rare; hanno sempre una motivazione ed un certo bilanciamento; esse sono a riparo di una grave ferita del passato che poteva indurre alla morte, o in prevenzione di prove successive, dove occorre molta fede.

      Nella maggior parte dei casi, pur non arrivando a forme drammatiche, si ha comunque un'attrazione molto forte verso lo Spirito. Vorremmo unirci ad esso e dimenticarci del mondo e dei suoi problemi, delle sue paure e dei suoi desideri.

      Qualcuno si lascia andare e si abbandona a questo paradisiaco misticismo entrando in un mondo di solo spirito e sforzandosi di staccarsi sempre più dal mondo.

      Io non sono d'accordo su questo. Per l'anima che sente il richiamo di Dio potrebbe essere piacevole senza dubbio questo ricreare un paradiso già qui sulla terra eliminando ogni pensiero che possa turbare la propria pace; ma eliminare quello che ci circonda mi pare una scorciatoia non permessa; Gesù non ci ha insegnato questo; e' vero che ci ha chiamati in disparte, e' anche vero che ad alcuni ha mostrato il suo aspetto,[1] ma non ci ha tolti dal mondo,[2] anzi senza nasconderci la pericolosità,[3] ci ha subito mandati nel mondo.[4]

      Se infatti il cristiano e' il sale della terra,[5] la luce del mondo che non va nascosta, la sentinella che deve avvisare, come potrebbe crearsi un mondo proprio, fatto solo di meditazione e silenzio? Forse lui potrebbe anche vivere bene, ma gli altri?[6] Quante cose non avrà dato, potendo invece dare?[7]

      Ne' l'uomo e' stato già portato in cielo ne' la Chiesa e' stata già rapita al suo luogo. Gli uomini che hanno creduto e sono stati battezzati hanno ricevuto solo un anticipo, una caparra dello Spirito.[8]

      Allora si tratta di dover vivere con la croce; assieme allo Spirito.

      Infatti, se dobbiamo vivere sulla terra fino a che tornerà il Signore, dobbiamo ricordarci che siamo anche terreni, limitati, sottoposti alle leggi terrene, morte e peccato compresi. Se da una parte dunque, una volta rinati in Cristo, il peccato non deve più abitare in noi,[9] e' anche vero che questo il nostro corpo attuale pecca continuamente perche' segue le leggi terrene. Occorre di nuovo, allora, equilibrare le due tendenze ricordandoci, con molta umiltà che in quanto terreni siamo ancora sottoposti alla legge del decalogo nella sua intierezza. Come esseri spirituali, nella mente rinnovata dall'opera dello Spirito di Dio[10] invece dobbiamo pensare a come se non lo fossimo.

      La novità consiste nel fatto che la situazione non e' un equilibrio statico, fermo: e' uno spazio che si trasforma continuamente. Pure se siamo limitati e terreni, lentamente ma decisamente, lo Spirito ci trasforma ci costruisce, ci crea dandoci conoscenza, amore e ci distacca sempre di più da ciò che e' terreno. Ma e' una cosa che gestisce più lo Spirito che noi. Sono passaggi studiati da una Perfezione così elevata che noi non ci arriviamo. Questo disegno salvifico e' particolare per ognuno di noi e se lo lasceremo svolgere secondo la volontà di Dio, conosceremo il significato della rivelazione e delle provvidenza.

      Niente scorciatoie dunque, niente super-cristiani; cerchiamo invece di avere un modesto concetto di noi stessi,[11] senza aspirare alle cose troppo elevate o andare a metterci sempre ai primi posti.[12] Chi sente di avere qualche dono in più sappia allora che deve dare di più nel servire, nell'essere ancora più umile degli altri.[13]

      Lo stesso dicasi per le chiese: se i cristiani devono essere così, su indicazione del Signore Gesù, a maggior ragione dovranno esserlo i gruppi di cristiani davanti a Lui. Grande responsabilità dunque per gli anziani, i pastori delle comunità.  Compito dell'amministratore e' essere fedele[14] e di portare quanti il Signore gli manderà alla giusta conoscenza, al discernimento di ciò che e' sacro da ciò che e' profano.[15]

      Il compito delle chiese e' identico al compito di un qualsiasi cristiano: amare Dio più di ogni altra cosa, rispettare i suoi comandamenti, aspettare il ritorno di Gesù, servire il prossimo, lasciarsi trasformare dallo Spirito di Dio evitando con cura ogni irrigidimento interpretativo.

      Il consolidarsi, l'irrigidirsi di una grande organizzazione ecclesiastica invece e' uno sbilanciamento biblico perche' inevitabilmente, alla fine, l'uomo ricava sicurezza dalla sua chiesa come struttura, e non più dal suo rapporto personale con Cristo.  

     Il timor di Dio alimentato dall'ascolto della Parola nel silenzio e nel discernimento lascia il posto all'osservanza delle pratiche dottrinali, che assumono un ruolo centrale ed ingombrante. Il fluire libero dello Spirito si irrigidisce quando e' costretto a passare per strade obbligate che noi tracciamo; per esempio con dei dogmi che fissano nel tempo la profondità dell'insegnamento biblico. Si arriva, come nel cattolicesimo, ad un punto in cui non c'e' più nulla da ascoltare, da capire: tutto e' già stato determinato classificato ed obbligato:la fede e' la sola ripetizione indiscussa di una serie di dogmi imposti. Non ci si meraviglia dunque se a questo modo la Scrittura perde di significato e di interesse. Si arriverà presto a dire, come già qualcuno fa, che tutto sommato la Scrittura non serve per poter capire e seguire Dio. Si perde completamente di vista che non e' importante la nostra discussione "su" Dio, quanto la nostra salvezza finale; non e' importante tanto conoscere, quanto essere conosciuti; e per essere riconosciuti da Dio non ci vuole grande saccenza, ma solo umiltà,  fede ed obbedienza.

      Saper equilibrare il rapporto personale e quello comunitario, con Gesù, e' dunque il nostro obiettivo.

      L'inganno più comune consiste in questo: considerare la propria chiesa di appartenenza come Dio stesso e seguirla ciecamente. Il credente si illude di seguire il Signore ma troppo spesso segue solo direttive di uomini mascherate di divino;[16] egli più o meno consapevolmente finisce per confidare nell'uomo.[17] 

     Quello che "fa" la chiesa non e' la quantità di persone o il grado di perfezione e di efficienza raggiunto dalla comunità, ma la qualità della fede anche di un paio di persone,[18] che insieme, pregando, si rivolgono allo stesso Signore. Qui sarà presente lo stesso "corpo" di Cristo nella gloria della resurrezione, nella potenza dello Spirito Santo, così come in organismi più complessi.

      Ma la tentazione del potere,[19] di avere, di possedere, di gestire e' troppo grande, e l'uomo, appena si distacca un poco dal confidare SOLO in Dio, vi cade. Basti pensare alla politica, a come vi sono invischiate le più grosse chiese moderne! E il fatto delle "chiavi"? Qual'e' la chiesa che non si arroga il diritto di poter "legare e sciogliere" in terra come in cielo?

      Quando l'uomo, magari illuminato giustamente su un punto della Scrittura, non si limita ad esporre la lampada,[20] ma vuole accecare tutti, compie uno SBILANCIAMENTO INTERPRETATIVO. Lo stesso dicasi per le chiese.

      Non credo che vi sia un solo uomo giusto;[21] benche' Dio possa rendere giusto, al suo cospetto, chi vuole;[22] la nostra attività dunque deve essere dimensionata alla grandezza delle rivelazioni; non alle nostre, naturalmente, ma a quelle bibliche, essenziali, centrali.

      Mi spiego meglio: supponiamo che io abbia una rivelazione da uno spirito che sembra venire dall'alto, come quello di Dio; per esempio questa: "Gesù non e' stato inchiodato ad una croce, ma appeso ad un palo"; bene, ammesso e non concesso; cosa cambia della divinità del Signore nostro? Che per Suo tramite io posso essere salvato? Se non cambia nulla allora non e' un buon motivo per andare a seminare questioni inutili. Ma se cambiasse, tanto da modificare una verità sostanziale di fede, cioe' che Gesù il Cristo, non e' più il Signore, una delle Persone assieme al Padre ed allo Spirito Santo, allora sarebbe modificato tutto il battesimo e non saremmo più nella stessa fede. Allora il palo può essere sia un elemento di diversità marginale ma tollerabile, ma può anche rivelarsi una parte di un disegno destabilizzante molto più grande che tende a spezzare, diminuire la signoria di Gesù; in questo caso dobbiamo confrontarci con il centro del messaggio biblico ed avere il coraggio di allontanarci dall'apostasia; lasciando ad altri, se insistono, la libertà di credere quello che vogliono.

      Le nostre "rivelazioni" dunque, devono essere sempre confrontate con l'unità del messaggio biblico. Anche se di notte avessimo visioni sublimi con angeli che ci parlano di verità che si discostano dalla centralità biblica, dobbiamo avere il coraggio di rigettarlo con forza.[23] Non ci dobbiamo inventare niente. Se anche abbiamo il dono della profezia, cosa possibile, a maggior ragione dobbiamo averne la responsabilità dell'uso; "Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti" come dice in 1 Cor. 14:32[24]

      Troppo spesso assistiamo invece all'uso improprio delle frasi bibliche in questi irrigidimenti interpretativi che non sono prerogativa solo di alcune chiese ma elementi comuni a troppe chiese.

      Quando Lutero ebbe il coraggio di testimoniare di fronte alla corruzione del papato la verità evangelica, rappresentò come individuo e poi come chiesa, il centro del disegno della fig.3, la ricordate? Rappresentò il centro della ruota schematica a cui tutti i raggi del popolo di Dio sono collegati. Il popolo di Dio, quello vero, quello che seguì Mose' nel deserto, quello che oggi segue veramente con serietà Gesù lungo il viaggio della vita terrena, si riconobbe non tanto in Lutero-persona quanto nelle verità spirituali espresse da Lutero per opera dello Spirito Santo. L'orientamento di questo popolo era stato appannato e l'ingannatore lo stava conducendo verso la terra e non verso il cielo; lo Spirito Santo aggiustò il timone e raddrizzò la via. Potremmo dire che Dio corresse il suo popolo, lo selezionò, lo riformò dal papato corrotto in un distacco teso a mettere più in pratica la Sua volontà. 

     Ma Lutero in alcuni punti andò oltre la spinta riformatrice dello Spirito di Dio e decise ad esempio di togliere dalle Scritture la lettera di Giacomo perche' la riteneva troppo a favore della legge e delle opere ed incompatibile con quello che lui sentiva. Questo atto, motivato da comprensibili fattori, fu comunque uno squilibrio dell'unità biblica e per questo corretto, in seguito, dalla chiesa luterana che accolse di nuovo la Lettera dell'apostolo  Giacomo.

      L'equilibrio e' dato non dall'esecuzione di una frase-concetto, quasi fosse un nuovo comandamento, ma dalla meditazione, umile, nella preghiera, dell'insieme degli insegnamenti biblici. La personalità, l'indirizzo, il momento vissuto dagli apostoli ha determinato nelle loro lettere emozioni più o meno marcate e ferme di consolazione, esortazione, ma anche riprensione e condanna; ma non sono un nuovo decalogo. Vanno lette nell'unico Spirito che sorregge tutta la Scrittura.

      D'altra parte si comprende benissimo la rabbia di chi amando Dio lo vede trattato in modo indegno da gente indegna che si fa passare per Dio stesso; vi e' un fuoco interno che ci consuma[25] ed e' impossibile resistere; dobbiamo testimoniare, evangelizzare, riprendere, correggere, ricordare all'uomo che e' solo un uomo.[26]  Ma se dobbiamo ricordarlo agli altri, come fece Lutero, stiamo attenti a non prevaricare, che poi gli altri non debbano ricordarlo anche a noi.

      Proviamo ora a staccarci dalla fissità storica dei nomi dei rinnovatori come Pietro Valdo, Francesco d'Assisi, Lutero, Calvino, ecc. e vediamo dall'alto, la spinta che essi hanno portato in rapporto al popolo di Dio; vediamo come fa Dio a guidare il suo popolo:

      Sapete quando si fa una pesatura su una bilancia? Non e' così immediata come sembra: studiando bene l'esperienza fisica, si nota che dalla posizione zero, quando mettiamo un peso, l'ago della bilancia non va subito ad indicare il nuovo valore, ma in intervalli brevissimi di tempo fa come delle oscillazioni sempre più piccole, prima in eccesso e poi in difetto, fino a stabilizzarsi.

      Ecco allora il popolo di Dio, viene pesato nello spirito[27] e nel cuore[28] e guidato in trasformazioni continue, in svolte continue, piccole e grandi correzioni, continuamente, fino a raggiungere la stabilità, il giusto peso. Ma quanti dolori, quanta sofferenza in queste pesature,[29] quanti fratelli si perdono ribellandosi al Signore! Il popolo di Dio si riduce ogni giorno di più. E ancora contestiamo, e ancora pensiamo di valere, di essere, di contare qualcosa! Ancora diciamo: -Sta per conto tuo, non avvicinarti, perche' io sono più santo di te-[30]

 Quanto dolore dobbiamo recare al nostro caro Signore!

      Eppure il nostro Dio non viene meno alla sua promessa. Pure se ci meriteremmo di essere distrutti non una, ma mille volte, Egli sempre ci viene vicino e con infinita pazienza ci riprende come pulcini sotto le sue ali.[31]

      Lo Spirito Santo ci protegge e ci guida se ci apriamo a Lui. Ecco il probabile percorso schematico della Chiesa:

 Fig. 10

 

      Guardiamo la figura: Lo Spirito Santo abbraccia la sua Chiesa e la Chiesa si protende verso lo Spirito Santo che la guida; lo vedete dalla linea tratteggiata verticale, al centro. Una linea ideale. La strada più breve per percorrere la distanza tra cielo e terra. Ma come abbiamo visto, la Chiesa  procede come a ZIG-ZAG tra eccessi e difetti; o troppa libertà o troppa rigidezza. Quando si allontana troppo dalla linea ideale (l'uomo potrebbe mai salvarsi da solo?) lo stesso Spirito Santo "aggiusta il timone" ed inverte la rotta. Ecco che allora quella linea ideale diviene la risultante di molte correzioni, tutte guidate dallo Spirito di Dio per la nostra salvezza.

      Notiamo anche che più ci avviciniamo all'incontro col nostro Dio, momento in cui la Chiesa del rimanente sarà rapita in cielo,[32] e più le alternanze, gli errori, le "pesature", si fanno piccole. Nel processo di santificazione, chi rimane sbaglia sempre meno; e' forse un numero ridotto, ma ha capito che ciò che conta non e' la differenza[33] di regole, parole, culti, giudizi, bensì la nuova creazione che in noi si rinnova continuamente. Quello che ci perfeziona non e' la differenza col fratello, ma esattamente il contrario: l'unità con lui; perché il vincolo della perfezione sta appunto nell'amore, nella pace che ci dona Gesù continuamente.

      In altre parole, lo Spirito Santo, come si vede in figura, interviene ogni volta il suo popolo va "fuori strada" o per eccesso (per es. in una eccessiva e mal compresa libertà spirituale) o per difetto (per es. in una eccessiva rigidezza nell'applicazione della Legge), invitandolo a procedere verso l'alto, verso Se Stesso fino all'unione, quando il Signore tornerà.

      Noi procediamo sempre così; sia individualmente, sia come chiesa: tra due opposte tendenze che si devono equilibrare, andando avanti comunque; non certo perché siamo bravi, infatti andremmo continuamente fuori strada, ma solo perché Dio interviene per la sua grazia.

      Più ci avviciniamo e più siamo purificati, e più siamo puri e più siamo piccoli e meglio scorgiamo la statura di Dio. Meno ci impossessiamo delle nostre chiese e più la Chiesa di Cristo ha la possibilità di crescere.

      Dopo tante presenze ed assenze del nostro sposo,[34] tanti cambiamenti di rotta, in una ricerca affannosa ed importante ci apprestiamo finalmente ad incontrarlo e a restare per sempre uniti a lui.

      Anche oggi il movimento illuminato religioso subisce trasformazioni sempre più rapide da parte del Signore (prendiamo con cautela il termine "Movimento ecumenico"). Siamo più vicini, forse abbiamo più possibilità di scorgere lo sposo, ma le prove, anche le più piccole sono per questa vicinanza anche più dolorose. Il popolo di Dio, più ci avviciniamo alla fine dei tempi e più e' sottoposto a prove di fede sempre più difficili e selettive.

      Forse sbagliamo di meno, ma siamo anche più deboli e rialzarsi e' sempre più difficile. Satana veramente ci sta "vagliando come il grano".[35]

      Come in metamorfosi continue, la Chiesa di Gesù, il "rimanente", si trova continuamente passato al setaccio e sempre più solo. Quanti di noi muoiono nel deserto!

      E' triste osservare che a tutt'oggi pure se dovremmo essere maestri di tante cose, non abbiamo imparato nulla e che in qualsiasi tipo di chiesa ci troviamo commettiamo sempre gli stessi errori! Appena lo Spirito ci illumina alla comprensione di una verità evangelica ci sentiamo i detentori della verità stessa, la gestiamo, ne facciamo delle regole per selezionare, giudicare, crescere in efficienza ed imporre. Appena uno di noi ha dei doni come quello di profezia e apporta nuove riforme o nuove luci, viene subito idealizzato e i suoi scritti diventano quasi sacri; non ufficialmente, certo, ma guai a chi non e' d'accordo; viene, di fatto, allontanato.

      Ma lo Spirito di Dio c'e': non abbandona chi ha ancora voglia di continuare il cammino. Il suo ruolo e' quello di insegnare ogni cosa.[36]

      Ma perché, mi chiedo, non lo lasciamo insegnare?

      Che sia per paura? Per una scarsità di fede? 

     O forse lo Spirito Santo parla solo ad una persona? Può essere monopolio di qualcuno?

      O siamo troppo occupati ad evangelizzare per poterci ricordare anche che le chiese devono ascoltare continuamente?

      Se la preghiera e' come un respiro tra noi e Dio, dove il dialogo vive perché vive l'ascolto, come potremo ascoltare se per esempio siamo tanto presi ad operare? L'operaio che ha il compito di scavare una buca, continuando a scavare senza ascoltare il padrone, si troverà in una buca così profonda da non poterne uscire più.

      Ecco, alle volte ci lasciamo prendere la mano dai nostri lavori di evangelizzazione e di istruzione dimenticandoci che Chi insegna deve pure poterci attestare.[37]

      Gesù venne riconosciuto dal Padre e  dallo Spirito Santo al momento del battesimo, quando compì un atto di umiltà ed obbedienza. E' nell'umiltà e nell'obbedienza che lo Spirito attesta le nostre coscienze e le nostre chiese. Ma se io dico: -tu devi mostrare umiltà ed obbedienza alla mia chiesa- non dico una cosa giusta.  La chiesa non e' Dio; in essa può essere presente Dio, a patto che si mantenga come una sposa fedele; il che, con tutto il rispetto, non avviene spesso.

      Il momento della maturità più elevato e sinteticamente più vero, per il cristiano e per la Chiesa e' forse nello spezzare il pane. Attraverso questo atto noi spezziamo anche il nostro corpo per offrirlo per amore verso gli altri. Mi chiedo però se lo facciamo davvero per gli altri o solo per pochi intimi.

      Offrire se stessi a Dio e' un impegno forte; non facile. E' una scelta senza riserve. E' Dio a trasformare e guidare la nostra vita e quella della sua Chiesa. Si parte su un destriero al galoppo in maniera emozionante; ma c'e' ancora troppo di noi stessi; il Signore quando ci accetta, per prima cosa, ci rende puri; per farlo ci impoverisce.

      Una chiesa troppo ricca di se stessa o non e' stata purificata dal Signore o e' troppo superba per accettare la correzione.

      Quando il nostro cavallo non e' più rampante, ma calmo, quasi rassegnato e cammina al passo, allora va meglio. Il Signore ci svuota di ogni illusione, di ogni riflesso di amor proprio; ci toglie tutto quanto e' legato al mondo. Sensazione triste di solitudine e di stanchezza. Eppure e' necessario: nulla ci dà la pace perche' non c'e' pace nel mondo. Eppure il Signore ci insegna la pace. Ci insegna l'accettazione silenziosa, umile e forte di un cavallo che segue fedelmente i comandi del suo cavaliere; uno strano vincitore; a guardarlo sembra più un perdente: e' solo, sembra stanco, procede senza applausi, lentamente, tra la terra desolata ed il mare plumbeo dell'inconscio. Non ha più illusioni, accetta il suo presente, cammina la sua vita nell'attesa della nuova creazione. 

     Camminando calmi, senza illusioni, abbandonata la veste del cavaliere eroico e vittorioso, ci umiliamo nella consapevolezza di essere solo servitori in un mondo che non accetta nemmeno di essere servito; siamo allontanati, giudicati, maltrattati; eppure ci vogliamo bene, ci riuniamo a pregare ed anche se un poco diversi nel carattere e nelle concezioni dottrinali marginali, siamo tutti uniti nella stessa fede, sapendo che Gesù ci ha accolti nella sua Chiesa del deserto. Ma quanta strada ancora! Le ferite che fanno più male sono quelle degli amici[38] a cui avevamo offerto le nostre mani; molti di quelli che erano fratelli ci si sono rivoltati contro. Persino nelle nostre case le persone più vicine alle volte non riescono più a capirci. Nessuna consolazione per chi offre veramente la sua vita a Gesù? Apparentemente no. Eppure c'e' una pace particolare che in maniera soffusa avvolge il nostro cuore: Gesù dice: "E colui che mi ha mandato e' con me; il Padre non mi ha lasciato solo, perché faccio continuamente le cose che gli piacciono"[39]

      Non e' una solitudine vera quella di chi e' distaccato dal mondo per seguire il Signore; il Signore non lo abbandona mai, gli e' sempre vicino. Vi e' un senso di pace che prescinde dall'umano, che e' oltre le cose che si vedono; al di là di quel mare di cui sentiamo solo il continuo frangersi dei flutti; e' la pace di Gesù che non si trova nel mondo;[40] e' la continua presenza del risorto in noi "perché facciamo continuamente le cose che gli piacciono". Non importa dunque se sanguina il nostro cuore, se e' stanco il nostro passo; noi vogliamo comunque andare avanti; chi ci sorregge lo sa e ci ha preparato un posto[41] e se ora procediamo per fede, allora, quando tornerà a prenderci, saremo insieme veramente, per sempre.

      La Chiesa di Gesù e' veramente un rimanente. Il rimanente di tante persone chiamate ed affinate nelle prove e che per la grazia di Dio ancora sussiste. Ma questo rimanente spogliato di tanti fronzoli umani, purificato dal viaggio nel deserto, non solo "e'" la parte essenziale dell'uomo, ma questa parte essenziale deve riuscire anche a trasmetterla nell'evangelizzazione; senza aggiungervi altro.

      Riflettete bene alle cose che più o meno volontariamente abbiamo aggiunto, a quanti "santi" o profeti "intoccabili" sono arrivati e che costituiscono materia di assurdo giudizio dottrinale nelle nostre chiese! Ogni chiesa ha i suoi. Impurità. Da togliere, con decisione e coraggio!

      Pensate invece alle parole di Dio stesso quando ci diede il decalogo: Egli diede un "cuore" espresso sinteticamente in dieci punti: "... e non aggiunse altro."[42]

     Questa Chiesa amata dal Signore non cerca affermazioni, non vuole fare un tecnico proselitismo, non vuole essere nulla di importante, ma mantenersi come un servo inutile,[43] affinché solo il Signore sia tutto; rappresenta una fedeltà continua e non vuole andare troppo oltre nelle rivelazioni; si accontenta delle Scritture del canone; non si slancia idealizzando nuovi profeti, ma ha imparato a leggere e trattenere solo ciò che e' buono.[44] Non ci sono in questa Chiesa idee o concetti di uomini che offuscano gli scritti biblici.

      Cerchiamo di vivere come vivevano le prime comunità cristiane! Vale a dire  nell'attesa del ritorno di Cristo da un giorno all'altro, da un momento all'altro. In questo modo tutte le azioni diventano relativamente poco importanti e da non prendere troppo "di faccia". Dobbiamo arrivare anche noi a dire: "Il tempo e' ormai abbreviato; così d'ora in avanti anche quelli che hanno moglie, siano come se non l'avessero; e quelli che piangono, come se non piangessero; e quelli che si rallegrano come se non si rallegrassero; e quelli che comprano, come se non possedessero; e quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perche' la forma attuale di questo mondo passa."[45]

      Ma non vediamo queste stesse parole come una ghigliottina, un decreto che taglia la testa: -o dentro e vivo, o fuori e morto!- Leggiamole senza enfasi, nel loro significato, nel significato di relatività delle cose che ci suggerisce lo Spirito di Dio.

      Se siamo vicini, come credo, al ritorno di Gesù, non torniamo a decretare, sezionare, imprigionare le sue parole. Lasciamo che le sue parole parlino, agiscano, trasformino i nostri cuori.

      Siamo vicini all'incontro tanto atteso. Distacco dalle cose e timore di Dio.

       Quando si aspetta un trasferimento importante si parla del cambiamento nostro, delle nostre famiglie, del luogo che incontreremo, del lavoro che faremo... c'e' inquietudine, preoccupazione, precarietà...

      A mano a mano che si sente arrivare l'ordine della partenza si parla meno, si comincia ad essere più seri, più uniti. Si bada solo all'essenziale. Nessuno ha voglia più di fare questioni, ipotesi, filosofie...

      La Chiesa sente oggi il suo Sposo molto vicino e si prepara a riceverlo.  Non allontana il fratello,  non giudica il percorso dello spirito altrui. Già e' tanto riuscire a mantenere la fede![46] Sono rimasti così pochi nel mondo a credere e ad aspettare seriamente il Signore, che non e' bene discutere e giudicare le opinioni di chi pensiamo sia più debole di noi nella fede;[47] piuttosto stiamo veramente attenti a non causare inciampo al cammino del fratello. Aiutiamoci a mantenere la fede fino al ritorno di Cristo senza imporre pesi inutili![48]

      La Chiesa non e' ancora perfetta; non sa tutto: e' ferita, e' stanca e spesso ha paura; non manda scomuniche e confida solo in Dio stringendosi caparbiamente alle Scritture; e' appesa alla sua promessa e vive della sua Parola; non giudica. Custodiamo la Parola di Dio, pulita, senza aggiunte o forzature; vogliamoci bene veramente, accogliamoci non solo per dividere un pranzo quasi fossimo ospiti, ma per spezzare il pane nel nome dello stesso nostro unico Gesù Signore, senza guardare chi sa più date e più versetti a memoria o se ha compiuto veramente tutti gli adempimenti come si conviene.[49] Siamo capaci di ospitare drogati, prostitute, delinquenti senza offenderli e poi non siamo capaci di spezzare lo stesso pane con chi ha qualche divergenza interpretativa marginale nella stessa Bibbia!

      Non andiamo a guardare il superfluo ma solo l'essenziale; manteniamo la fede; questo e' il combattimento nostro.[50]

      La Chiesa, quella vera, e i fratelli, quelli veri, non sono nulla e non gestiscono nulla; sanno solo amare ed aspettare.

 

 

 

Correlazioni:
 

1 - SEME, RADICE DELL'UOMO: "IMPRINTING" DI DIO

2 - ORIENTAMENTO

3 - CONFINI ENTRO CUI MUOVERSI - IL GIOVANE RICCO E I COMANDAMENTI

4 - RAPPORTO SIMBOLICO TRA CIELO E TERRA

5 - UNA VOLTA ERA LO SPIRITO SANTO A GUIDARCI - ELEMENTI  INGANNEVOLI DI SATANA  

7 - LINEA IDEALE: ACCENNI AL RAPPORTO DIRETTO CON DIO NELLA  SOLITUDINE E NELL'ABBANDONO

 

 

  Indice Generale ES - Indice ES_2Home

 

 


[1] Mat 17:2

[2] Giov. 17:15

[3] Luca 10:3

[4] Mat 28:19

[5] Mat 5:13 e segg.

[6] Luca 10:29-37

[7] Mat 25:41-45

[8] 2 Cor. 1:22

[9] Giov 3:9

[10] Rom 12:1-2

[11] Rom 12:3

[12] Luca 14:7-11

[13] Matt 20:25-28

[14] 1 Cor 4:2

[15] Ezec 44:23

[16] "Ipocriti, ben profetizzò di voi Isaia, quando disse: -questo popolo si accosta a me con la bocca e mi onora con le  labbra; ma il loro cuore è lontano da me. E invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono comandamenti di uomini-" Mt 15:7-9; Is. 29:13

[17] Ger 17:5, 7

[18] Mat 18:20

[19] Matt 4:8

[20] Matt 5:15

[21] Rom 3:10; Sal 14:3; 53:1-3

[22] Rom 3:23-24

[23] Gal 1:8

[24] Efficace  è anche la traduzione delle EP (quella CEI è simile): "Ma le ispirazioni dei profeti devono essere  sottoposte  ai profeti;"

[25] Giov 2:17

[26] Pensate  solo ad uno degli attributi che il vescovo cattolico di Roma si fa dare: "Santo Padre" e confrontatelo  con  quanto diceva Gesù in Mt 23:9: "E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perch‚ uno solo è vostro Padre, colui che è nei cieli"

[27] Prov 16:2

[28] Prov 24:12

[29] Ezec 5:1-6

[30] Is 65:5

[31] Mat 23:37

[32] 1 Tess 4:17

[33] Col 2:16; 3:17

[34] Vedi Cantico dei Cantici

[35] Luca 22:31

[36] Giov 14:26

[37] Rom 8:16; 9:1

[38] Zac 13:6

[39] Giov 8:29

[40] Giov 14:27

[41] Giov 14:2

[42] Deut 5:22

[43] Luca 17:10

[44] 1 Tess 5:21

[45] 1 Cor 7:29-31

[46] Luca 18:8

[47] Rom cap. 14

[48] Ap 2:24-25

[49] Mat 15:2

[50] Ap 3:10-11

 


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