Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

IL LINGUAGGIO DEL CORPO

Allegato allo scritto L’IMBARAZZO, di Gabriella Ciampi - psicologa psicoterapeuta

L’individuo comunica con il corpo, i gesti e il tono di voce per  circa il 60% contro il 40% circa della comunicazione verbale. Se anche stessimo in silenzio il corpo parlerebbe per noi, attraverso l’espressione del viso, la postura; un attento e sensibile osservatore capirebbe come ci sentiamo o se stiamo a disagio o rilassati.

Usciamo dal banale e semplicistico obiettivo di voler apprendere il linguaggio non verbale per “sgamare” chi dice la verità o chi mente, per capire lo stile del nostro cliente e riuscire a vendergli un prodotto o per altri fini utilitaristici, egoistici, e anche a volte non leciti; questa informazione non ci servirà neppure per imparare a simulare o dissimulare un sentimento attraverso l’uso della propria postura o mimica. Quello che per noi conta qui è capire che il nostro corpo comunica sempre, anche quando pensiamo di controllarci, anche quando non vorremmo, e saper riconoscere alcuni segnali non verbali ci è utile per comprendere meglio noi stessi e gli altri.

Tale comprensione aiuta a crescere, a migliorare, e aiuta a capire meglio chi ci sta vicino, è uno strumento per aumentare la vicinanza all’altro. In un dialogo posso capire meglio quello che mi viene detto e anche ciò che non mi viene detto.

Per es. se incontro una conoscente che, sebbene allegra e socievole,  si tiene distante, capirò che non ama l’invadenza e quindi non le farò domande troppo personali e salutandola mi limiterò a stringerle la mano; se in una sala di attesa mi si siede accanto una persona, pur essendo tutte le altre sedie libere, intuisco subito che si tratta di un individuo a cui piace parlare e, se io sono diverso o non mi va proprio di fare conversazione, eviterò di mostrarmi disponibile per es. mettendomi a leggere un libro o rispondendo a monosillabi.

Si tratta di esempi banali, comprensibili e vissuti da tutti, ma quanto ne facciamo un consapevole uso per migliorare la convivenza e i nostri dialoghi? Riusciamo a tenerne conto quando discutiamo con nostro marito o nostro moglie? Se mentre litighiamo vediamo come l’altro si chiude nella postura, ammutolisce, o al contrario arrossisce, si irrigidisce e si trattiene le mani, correggiamo il nostro tono di voce, mitighiamo la nostra veemenza, per evitare che ci sia un’escalation di aggressività? O quando rimproveriamo i nostri figli, riusciamo a capire dai loro messaggi non verbali (occhi bassi, mani sudate, spalle curve) quando stiamo esagerando in critiche e prediche, e cambiamo registro?

Essere attenti ai messaggi del corpo deve portarci a questo, ad avere un canale in più per capirsi, per comprenderci a livello emotivo, proprio perché a volte non sappiamo dire con le parole quello che proviamo.

Ci sono tante circostanze dove uno sguardo, un tono di voce, la vicinanza fisica silenziosa, trasmettono più che una bella frase. In genere sono le situazioni in cui si sta vivendo la massima gioia o il più profondo dolore.

 

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"Per chiarimenti sul contenuto, approfondimenti o domande, potete scrivere all'indirizzo mispic@email.it specificando nell'oggetto "Domande alla psicologa". La d.ssa Ciampi sarà lieta di rispondere"-

 

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