Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA  MITEZZA

"Psicoflash" di Gabriella Ciampi - psicologa psicoterapeuta - (18-4-12) - 16-11-14-h.16,45

 

Il pescatore (T. Gazda)

 

… imparate da me… (Matteo 11,29)

Essere miti significa avere tendenzialmente un comportamento verso gli altri e il mondo caratterizzato da pacatezza, gentilezza, pazienza. E’ un modo di essere all’opposto dell’ aggressività e della violenza, dell’agitazione e dell’ansia.

Il mite non chiede, non pretende, non aspetta di essere corrisposto perché il suo non è un sentimento che presuppone reciprocità ma è un atteggiamento verso se stesso e l’esterno che prescinde da ciò che fanno gli altri.

Possiamo pensare alla mitezza su tre dimensioni: verso gli altri, verso se stessi e verso Dio.

Chi è mite non solo non è violento verso gli altri ma sa essere comprensivo; sa perdonare perché sa bene che l’errore dell’altro nasce da una fragilità che lui stesso possiede, quella propria della natura umana. Chi non è mite è sempre pieno di astio, di giudizi, di ragionamenti sterili che lo allontanano dall’amicizia e dalla tranquillità.

Si è miti anche verso se stessi perché stiamo parlando di un atteggiamento verso la vita e gli accadimenti. Quindi il mite sa attendere: sa attendere che passi la tristezza, sa attendere il momento adatto per parlare, sa attendere il momento della sua gratificazione senza sentirsi frustrato o angosciato se non ottiene all’istante ciò di cui ha bisogno. In fondo si tratta di fiducia: la certezza che prima o poi arriverà quello  che aspetto.

Il mite sa accettare i propri limiti e sa perdonare se stesso quando sbaglia: nessuno può essere infallibile e perfetto su questa terra, inutile e presuntuoso è pretendere da se stessi l’impossibile, mentre possiamo sicuramente sempre cercare di migliorare. Il mite sa anche accettare i momenti dolorosi della propria vita, sa accettare le perdite, l’età che avanza: accoglie tutto ciò con pacatezza perché ha capito che questo è lo svolgersi dell’esistenza umana ma ha anche capito che l’esistenza non è solo questo.

Circa la mitezza verso Dio, dirò soltanto un pensiero personale. Per me essere mite significa mettere in atto una fiducia di base, che c’è un Dio che ha pensato a noi dall’inizio dei tempi e continua ad amarci. Essere miti verso Dio per me significa scegliere di accogliere e seguire la forza della Speranza e della Fiducia perché non ho tanto bisogno di farmi valere davanti agli uomini, di affermare la mia superiorità o abilità, quanto di sentirmi degna e onesta davanti alla fedeltà di Dio.

(Lascio il seguito di questo argomento e i riferimenti biblici a Renzo - vedi MITEZZA – BREVE CONSIDERAZIONE ALLA LUCE DELLA FEDE )

Voglio concludere sottolineando un aspetto importante per confutare un’idea che senz’altro sarà venuta in mente a qualcuno.  

Essere mite non significa essere passivo, succube, debole, anzi.

 La nostra società è violenta, molte sono le persone aggressive, quelle che distribuiscono nervosismo, agitazione, tutti atteggiamenti che non fanno altro che alimentare altro nervosismo e altra aggressività contribuendo a diffonderla e a moltiplicarla.

Ma sappiate che esiste anche la forza dei miti (qualcuno l’ha chiamata  “l’ira dei miti” [1]  

ed è quella di contrapporre alla violenza la non-violenza, all’agitazione la calma, alla fretta la lentezza, alle urla il sussurro. Remissivo è colui che rinuncia alla lotta per paura, debolezza o rassegnazione; il mite non rinuncia al dialogo, al confronto, ma usa una modalità diversa perché il suo atteggiamento di partenza è diverso.

Per il mite vivere non è gareggiare per ottenere più potere, o ricchezza, o autorità. Non gli interessa primeggiare né vincere perché per il mite la vita non è una gara o una lotta e quindi non esistono per lui né vinti né vincitori.

 

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"Per chiarimenti sul contenuto, approfondimenti o domande, potete scrivere all'indirizzo mispic2@libero.it  specificando nell'oggetto "Domande alla psicologa". La d.ssa Ciampi sarà lieta di rispondere"-

 

 

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[1]

G. Zagrebelsky – in “ Bobbio, perché la mitezza è ancora una virtù. L'attualità delle riflessioni del filosofo su un atteggiamento all'apparenza impolitico” – in questo articolo l’autore prende in esame l’interessante libro di N.  BOBBIO “L’ELOGIO DELLA MITEZZA” ediz. Il Saggiatore

 

 

 

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