BABILONIA LA GRANDE PROSTITUTA SULLA BESTIA – AP 17:1-7 – PARTE 62 RR – 27-3-20

 

 

(segue)

Stiamo identificando Babilonia, un mistero satanico grande ed attuale.

 IL TESTO

Apocalisse 17:1 Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: «Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. 2 Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». 3 L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. 4 La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. 5 Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra».
6 E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. 7 Ma l'angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna.
8 La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà. 9 Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re. 10 I primi cinque sono caduti, ne resta uno ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. 11 Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l'ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione. 12 Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un'ora soltanto insieme con la bestia. 13 Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 14 Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli».
15 Poi l'angelo mi disse: «Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue. 16 Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. 17 Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si realizzino le parole di Dio. 18 La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra».

 

SPIEGAZIONE

Ap. 17:1 Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me:…

Si tratta probabilmente dell’ultimo angelo, quello della settima coppa.

 

Ap. 17:1 …«Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. 2 Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». 

L’angelo, come prendendo da parte Giovanni (e tutti noi che osserviamo coi suoi occhi), approfondisce un argomento di cui Giovanni aveva già sentito parlare prima. Abbiamo già incontrato due bestie, una saliva dal mare (Anticristo).[1]  L’angelo gli dice che ha intenzione di mostrargli la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque cioè che è in una perversa relazione con questa bestia, come vedremo tra poco.

 

Nel linguaggio biblico la vergine simboleggia il popolo di Dio fedele, la Chiesa fedele casta e pura. La prostituta rappresenta l’infedeltà religiosa, l’unione con gli idoli. Qui siamo di fronte ad un sistema religioso idolatra che si è unito alla bestia che cavalca, cioè una falsa religione cristiana unita al sistema politico mondiale governato dall’Anticristo.

 

Ap. 17:2 Con lei [cioè la  grande prostituta] si sono prostituiti i re della terra  e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». Non solo tutti i capi delle nazioni, ma anche i popoli delle nazioni si sono uniti con questa prostituta.

 

Fin qui è come se l’angelo avesse esposto solo il titolo generico di quanto farà vedere a Giovanni nel dettaglio, cioè l’identificazione e lo svolgimento della condanna di questa donna-prostituta.

 

Ap. 17:3 L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. 

 Viene in mente quando lo stesso Gesù fu trasportato nel deserto per affrontare Satana (Lc 4:1-13). Il deserto è un territorio privo di tutto, difficile, in cui ci manca tutto, però  è anche vero che è nel deserto che la voce di Dio si sente senza distrazioni e possiamo essere concentrati.

 

Come in una sequenza da lontano, in progressivo avvicinamento Giovanni vede una donna seduta su una bestia scarlatta (rosso forse per il sangue ma anche per lo sfarzo del potere), la quale bestia aveva dei nomi-bestemmie, sette teste e dieci corna. «Questa bestia, come già sappiamo, è l’impero romano futuro. […] Roma porterà la “donna” e si lascerà guidare dalla “donna”. Le sette teste (come vedremo al v.9) sono anche sette colli, come appunto Roma» (Donges). 

 

Mi pare interessante riflettere su questo “portare”. Si tratta dell’unione di due personaggi distinti, entrambi molto forti, che fanno una specie di attaccamento unico: da una parte il sistema politico del nuovo impero “romano” (la bestia), e dall’altra il sistema religioso corrotto che agisce sulle coscienze (la donna). Può sorgere una domanda: se la bestia “porta” la donna che gli è seduta sopra, e se la donna “cavalca” la bestia, chi è che “guida” tra i due?

In un primo momento (probabilmente la prima parte del periodo di tribolazione), come stiamo vedendo ora, è la donna che ”cavalca”  la bestia. Cioè è il potere sotterraneo religioso che, lavorando con intrighi nelle coscienze perverse di uomini corrotti amanti del potere, condiziona e conduce il potere politico economico mondiale. In fondo il cinico potere è il loro interesse comune e tutto sommato conviene alla bestia lasciar fare. In questa prima parte dunque chi conduce veramente le nazioni è la “grande meretrice”. Ma subito dopo (probabilmente la seconda parte del periodo di tribolazione), come vedremo più avanti, in modo sorprendente, sarà la bestia che disarcionerà la prostituta e “ne mangerà le carni”. [2]

 

Si ha così, a mio modo di vedere, una stretta relazione tra il simbolo della prostituta Babilonia (falsa religione ecumenica mondiale che agisce già oggi) e il simbolo del Falso profeta (la seconda bestia che viene dalla terra, ovvero colui che guida questa falsa religione globale). Una specie di simbiosi, una “turpe alleanza” come dicono alcuni studiosi.

 

Ap. 17:4 La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. 

La descrizione di qs versetto è abbastanza normale per una prostituta: abiti sgargianti vistosi, pietre preziose, perle, oro, ricchezze esteriori e grande lusso. La coppa d’oro però, dove sono le immondezze della sua prostituzione potrebbe alludere oltre al calice dei festini, anche al calice della falsa chiesa che offre la parodia del sacrificio di Cristo dell’ultima cena.

 

Ap. 17:5 Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra»..

Pare che al tempo dei romani molte prostitute avessero una specie di bandana sulla fronte con scritto sopra il loro nome (Negri); in questo caso un triplice nome: Babilonia la grande, madre delle prostitute, madre degli abomini sulla terra esprime una identità complicata e misteriosa che investiva tutto il mondo di “prostituzione”.

 

Ap. 17:6 E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore

L’ebbrezza in italiano apre molto bene l’immagine su uno stato particolare non dovuto solo all’alcool o a sostanze stupefacenti,  ma anche allo “stato di esaltazione e stordimento provocato da un piacere molto intenso” (Trecc.). Questa prostituta era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. E’ qui che probabilmente Giovanni ha di lei una netta percezione. E’ probabile che ne veda la sua azione non solo in una visione disegnata e piatta, ma come accade nelle sue visioni celesti, anche nella sua estensione temporale; vedeva la forma reale di questa anti-chiesa ma anche gli atti da lei commessi nel passato e nel futuro.  Era talmente inverosimile la scoperta della sua diabolica ignominia che Giovanni rimane prima di tutto preso da grande stupore.

Lo sarebbe anche un credente qualsiasi che scoprisse oggi in quella pura figura femminile simbolica che credeva essere l’immagine della santità della sua madre chiesa, i lineamenti di una satanica creatura.

 

Probabilmente Giovanni restò sbalordito, impietrito; per questo l’angelo che lo guidava aggiunse:

Ap. 17:7 Ma l'angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna.

Ed ecco che come all'inizio, come in una ripresa che ingrandisce l'oggetto inquadrato, l'angelo riprende anche qui l'avvicinamento  su questo simbolo per spiegarlo in modo ancora chiaro.

 

(continua)

 

 

 


 

[2] Ricordate nella lettera a Tiatiri, quando parlammo di Iezebel? Essa al di là del personaggio storico era “la terribile manifestazione della personalità di Satana” che non poteva-voleva piegarsi e finì mangiata dai suoi stessi cani (vedi  CHIESA DI TIATIRI  1– parte 12 in basso, ma soprattutto tutto il cap successivo in CHIESA DI TIATIRI  2– parte 13 )

 

 

 

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