APOCALISSE 14 L’ORA DI MIETERE – PARTE 55 – RR 18-3-20

 

 

 (segue)

 

IL TESTO

Apocalisse 14:14 Poi guardai e vidi una nube bianca; e sulla nube stava seduto uno, simile a un figlio d'uomo, che aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce affilata. 15 Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che stava seduto sulla nube: «Metti mano alla tua falce e mieti; poiché è giunta l'ora di mietere, perché la mèsse della terra è matura». 16 Colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
17 Poi dal tempio, che è nel cielo, uscì un altro angelo; anch'egli aveva una falce affilata. 18 E un altro angelo, che aveva potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Metti mano alla tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». 19 L'angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio. 20 Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue che giungeva fino al morso dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi.

 

Siamo all’ultima fase: il terribile “giudizio delle nazioni”, l’anticipo del giudizio finale che culminerà con la guerra di Amrmaghedon.

 

IMPORTANTE: il “giudizio delle nazioni” non è da confondere con il cosiddetto “giudizio universale” che avverrà, come vedremo, dopo il millennio alla presenza di Dio Padre.

 

I particolari di qs giudizio delle nazioni, che colpirà gli empi del mondo e la parte di Israele che ha deviato dagli insegnamenti divini, saranno meglio evidenziati nelle sette coppe. In questa descrizione l’Apocalisse ci anticipa una breve sintesi.

 

Ap 14:14 Poi guardai e vidi una nube bianca; e sulla nube stava seduto uno, simile a un figlio d'uomo, che aveva sul capo una corona d'oro e in mano una falce affilata.

Sta chiaramente parlando di Gesù Cristo che non è più umile su un asinello, ma Re potente (corona d'oro) e Giudice che sta per applicare il giudizio rapidamente e perfettamente (in mano una falce affilata).

 

Ap 14:15 Un altro angelo uscì dal tempio,

 

Considerazione: Anche qui ci sono degli angeli, come nella sezione precedente e come in molte parti dell’Apocalisse. Queste rivelazioni tra cielo e terra ci preparano ad incontrare una nuova realtà dove l’umano scopre vive e “tocca” il divino nell’universo con le sue creature. La presenza di altre creature celesti va considerata concretamente, anche se non conosciamo con esattezza la loro vera forma. Dobbiamo imparare a pensare a una nuova realtà, infatti quando si parla di “angeli e di ali” dovremmo comprendere che sono raffigurazioni umane simboliche di una vita che non conosciamo bene, ma che tuttavia esiste e ci riguarda da vicino perché sono molti simili a come forse noi saremo[1] e forse più “reali” di noi, nel senso che comunque il  nostro corpo terreno è destinato ad una trasformazione.[2]

 

Ap 14:15 Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che stava seduto sulla nube: «Metti mano alla tua falce e mieti; poiché è giunta l'ora di mietere, perché la mèsse della terra è matura».

Una delle ipotesi sull’interpretazione di qs passo (Negri), anche se non comprovata, è che l’angelo sia uscito dal tempio terrestre (quello che sarà ricostruito dai Giudei ortodossi fedeli al Signore) e abbia denunciato per così dire, ad alta voce, il grande scandalo “dell’abominazione che causa desolazione”[3] vale a dire quando l’Anticristo oserà innalzare se stesso al posto di Dio nel tempio. Il grido dell’angelo sarebbe allora da intendere come un correre verso il Re Gesù Cristo avvisando Lui e il cielo dell’imperdonabile abominio commesso.

 

Ap 14:16 Colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Questo è l’ordine che l’esercito del cielo aspettava. Consideriamo reale questo esercito del cielo perché come vedremo avrà parte attiva vera reale nel combattimento che avverrà sulla terra.

 

Ap 14:17 Poi dal tempio, che è nel cielo, uscì un altro angelo; anch'egli aveva una falce affilata. 18 E un altro angelo, che aveva potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Metti mano alla tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». 19 L'angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio. 20 Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue che giungeva fino al morso dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi.

 

Gesù è il Re, gli angeli eseguono prontamente. Gesù già disse chi sarebbero stati i “mietitori”: “il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell'età presente; i mietitori sono angeli.” (Matteo 13:39). Ricordiamo sempre che l’Apocalisse è il compimento di ogni profezia che abbiamo trovato nella Bibbia per cui spessissimo completa quanto abbiamo già letto in tutta la Scrittura precedente, anche se non sempre lo riportiamo,

Osserviamo che si parla di mietitura e di vendemmia. Cerchiamo di capire meglio:

«La mietitura ci parla del giudizio del Signore sulle nazioni della terra[4]  (da non dimenticare però che il grano è stato da lungo tempo raccolto nei granai celesti[5] Matt 3:12; 13:30.)   La vendemmia  ci presenta il giudizio del “Figlio dell’uomo” sul perverso popolo di Israele.» (Donges).

Il Signore dunque sembra operare un giudizio verso le nazioni ovvero i popoli pagani del mondo “separando le pecore dai capri” (Matt 25); ed un giudizio (probabilmente più severo) verso quella parte di Israele iniqua ed idolatra. Sarà un a condanna terribile in cui parteciperanno gli eserciti del cielo contro quelli della terra (lo vedremo più avanti).  

 

19 L'angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio. 20 Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue che giungeva fino al morso dei cavalli, per una distesa di milleseicento stadi.

In questa distruzione degli empi c’è chi ha calcolato la distanza di milleseicento stadi: «Questa distanza corrisponde alla lunghezza di tutta la Palestina» (Donges). Ora la Palestina, la zona dove è Israele di oggi, è appunto il luogo dove si scatenerà la guerra di Armaghedon e dove interverrà a combattere il Signore coi suoi angeli.

 

(continua)


 

 


[1] Matt 22:3b [gli uomini] saranno in cielo come gli angeli di Dio. Marco 12:25 ma [gli uomini] saranno come gli angeli in cielo.

 

[2] 1Corinzi 15:51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati.

 

[3] Daniele 11:31 Per suo ordine, delle truppe si presenteranno e profaneranno il santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno l'abominazione della desolazione.

Daniele 12:11 Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni.

Matteo 24:15 Quando dunque vedrete l'abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!),

Marco 13:14 Quando poi vedrete l'abominazione della desolazione posta là dove non deve stare (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti

 

[4] Nazioni in senso letterale, ovvero gli stati del mondo, in pratica gli empi, quelli che seguono il governo dell’Anticristo. Ndr

 

[5] Ovvero tutti i credenti del mondo (Chiesa) considerati giusti dal Signore a prescindere dalle denominazioni, sono stati già rapiti e messi al sicuro in cielo. Ndr

 

 

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