APERTURA SETTIMO SIGILLO Ap. 8:1-5 - PARTE 38 - di RR - 27-2-20

 

INQUADRIAMO IL SETTIMO SIGILLO

«Il settimo sigillo è importante perché racchiude tutti i fatti compresi da Ap 8:1 ad Ap 19:10» (Walvoord). Vale a dire, come da schema che già conosciamo, il settimo sigillo comprende tutti i giudizi delle sette trombe e delle sette coppe  (figura 38)

 

fig 38

 

 

 

 

IL TESTO

 Apocalisse 8:1 Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora.

2 Poi vidi i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e furono date loro sette trombe.

3 E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono. 4 E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme alle preghiere dei santi. 5 Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra. Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.

 

 

La descrizione fatta da Giovanni dell’apertura del settimo sigillo è brevissima ed inquietante:


Ap. 8:1 Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz'ora.

 

Non c’è altro per quanto riguarda l'inizio dell'apertura del settimo sigillo: solo un silenzio “per circa mezz’ora”. Poi si passerà subito alle sette trombe con un ritmo veloce.

 

IL SILENZIO NEL CIELO

La maggior parte dei commentatori interpreta questo silenzio come la “quiete prima della tempesta”.

Il silenzio è nel cielo, ovvero nel punto da cui partono gli ordini per gli eventi. E’ come se tutti i personaggi celesti, per un momento, tacessero; come un raccoglimento grave e consapevole per quanto sta per accadere. E’ uno stacco sottolineato, un passaggio dello scenario dalla grandiosità del cielo a quello che comporterà sulla terra il settimo sigillo, con gli avvenimenti delle trombe e delle coppe uno di seguito all’altro. Il Signore non decide il destino dell’uomo con leggerezza, Egli sa quanto dolore comporteranno gli ulteriori eventi; e tutte le creature celesti forse soffrono per questa durezza degli uomini e per quanto male si attireranno addosso. Succederà come nelle piaghe d’Egitto al tempo di Mosè e il faraone: le piaghe aumentavano di intensità con lo scopo di far riflettere, far ragionare, accettare la volontà salvifica e liberatoria di Dio, ma più quelle aumentavano e più il cuore degli empi si induriva e rifiutava il pentimento. Il Signore e le creature attorno al Suo trono, tutti gli angeli, sanno tutto questo, ma con gli avvertimenti dei giudizi progressivamente più pesanti, aspettano ancora che qualcuno si possa convertire prima della condanna definitiva.

 

SETTE ANGELI CON SETTE TROMBE

Ap 8:2 Poi vidi i sette angeli che stanno in piedi davanti a Dio, e furono date loro sette trombe.
 

La tromba nella storia di Israele è un segnale che avvisa, che comunica un evento importante, che chiama a raccolta, che prepara, che dà l’avvio. Lo squillo di tromba non può non essere udito.

 

Ap. 8:3 E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono. 4 E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio insieme alle preghiere dei santi. 5 Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra. Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.

 

Anche qui questo angelo particolare potrebbe essere indicativo del Signore Gesù [1]   che nelle funzioni di Sommo Sacerdote raccoglie le preghiere di tutti i santi e le offre sull’altare. I molti profumi ci ricordano “l’altare dei profumi” nel tabernacolo, che rappresentava appunto l’offerta gradita a Dio dei peccatori pentiti, che sale a Lui come un profumo soave.[2]  Dalla mano dell'angelo potrebbe significare “per mezzo di Cristo, per i meriti di Gesù”.

 

Ma chi sono questi “santi” nello specifico?

Si tratta probabilmente di quelli menzionati nell’apertura del quinto sigillo, quando disse: “Ap 6:9 Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa. 10 Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» 11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po' di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.”

In qs caso ci pare condivisibile l’interpretazione di Emil Donges: «La Parola non ci dice quali siano questi “santi”… [Ma] poiché i santi nella gloria [cioè tutti i credenti giusti rapiti cioè la Chiesa], i 24 anziani, non hanno più bisogno di pregare nel cielo, ma unicamente di adorare, possiamo pensare [che si riferisca] ai santi sulla terra, convertiti durante la grande tribolazione»

La loro preghiera a cui dobbiamo fare riferimento è: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»(Ap 6:10). Ecco allora il perché alla preghiera di questi santi: è una preghiera per ottenere giustizia.

L’Angelo del Signore, dopo aver presentata la preghiera a Dio Padre, getta dall’incensiere il fuoco sulla terra: Ap 8:5 Poi l'angelo prese l'incensiere, lo riempì del fuoco dell'altare e lo gettò sulla terra. Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.

Senza questa riflessione non si capirebbe perché ad una preghiera, Dio possa rispondere con una punizione terribile. La preghiera era la richiesta di giustizia da parte di anime che per Lui avevano dato la vita: Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue…?  e in risposta, Dio manifesta la Sua giustizia perché il male è arrivato ad un limite ormai inaccettabile. Immediatamente ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto.

 

Vedremo ora in cosa consisteranno i giudizi delle sette trombe

 

(continua)


 

[1] 8:3-4 Non pochi ritengono che l’angelo di questo versetto sia il Signore Gesu. Nell’A.T. egli e chiamato “l’angelo del Signore” (vd. Ge 16:11; 31:11, 13; Gc 6:22; Os 12:5). (W. MacDonald)

 

[2] Per approfondimenti sulla simbologia del Santuario può essere utile il nostro dossier: IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA - di Renzo Ronca – 57 pagine. 

 

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