CHIESA DI SARDI  2 – cap.16 – LE SETTE CHIESE DELL’APOCALISSE di Renzo Ronca - 29-1-20

 

[Sardi - rovine]

(segue)

Teniamo sempre presente il testo che stiamo esaminando:

 

Apocalisse 3:1-6

1 «All'angelo della chiesa di Sardi scrivi:

Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle:

"Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto. 2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. 4 Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.

5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.

6 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese".

 

LA VOLTA SCORSA

Abbiamo esaminato la tragica situazione di Sardi che si presenta come famosa per la nuova vita che ha portato nella Chiesa, ma che in realtà, se rimane così nelle sue opere, davanti a Dio è come morta (Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto). Abbiamo visto che non è nei proclami della Riforma ormai stagnanti che deve continuare, ma nel ricordare “il come” aveva ricevuto le illuminazioni della Parola. Da questo riesame possono riprendere vita  i punti della Riforma. Un ravvedimento che necessita di umiltà,[1] generosità,[2] impegno,[3] opere[4] (Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti).

 

ALLORA COSA DOVREBBE FARE QUESTA CHIESA?

 

Il v.2a  è molto chiaro:

 

2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire;

 

Sii vigilante

Cerchiamo di non essere sempre teorici pensando che la vigilanza sia solo un atto mentale; è anche mentale, ma visti i precedenti[5] è meglio riferirci anche ad attività pratiche: pensiamo ai “vigilantes” di oggi: sono un corpo di guardie giurate specializzate nella sorveglianza e nella protezione. Questa chiesa non ha saputo attivare i vigilantes della “fede in progresso”[6], ma può sempre farlo, non è tardi.

 

rafforza il resto che sta per morire;

E questo è il punto centrale: come fa a rafforzare? e rafforzare chi?

Questa chiesa, così come sta (hai fama di vivere ma sei morto), non può rafforzare niente e nessuno. Ma nemmeno può fare il funerale di se stessa mortificandosi e basta. Il cristiano non deve compiangersi. Allora deve prima riacquistare vita. E come può fare? Lo abbiamo detto prima, ricordando il come era arrivata a capire i punti essenziali biblici, cioè per mezzo di aperture dello Spirito Santo, non per la bravura umana. Se questa chiesa ritrova “il fuoco dello Spirito”, può di nuovo immettersi nella "spirale creativa di Dio" [7], proseguire nella crescita, altrimenti rimarrà come morta. Ma ce la può fare? Si certamente, altrimenti il Risorto non glielo avrebbe raccomandato. E allora, con umiltà e fiducia nel Signore, ripartendo da questo riesame interno (una specie di riattivazione della riforma dormiente), appena riacquistato vigore, ha un dovere importante prioritario: rafforzare il resto che sta per morire.

 

MA CHI È IN PRATICA QUESTO RESTO DA RAFFORZARE PRIMA CHE MUOIA?

E’ fondamentale individuarlo, anche perché Sardi significa proprio “residuo” “scampato” “rimanente”.

In realtà nell'atto di questo "resto da rafforzare" esistono due passaggi: il primo, spirituale, viene da Dio (per mezzo di una prima effusione interiore dello Spirito Santo), il secondo è un'attività pratica di quelli che sono stati illuminati che a loro volta potranno rafforzare gli altri fratelli.

 

Dio ravviverà e illuminerà chi vuole, leggendo il suo cuore, ma è facile che il resto ancora "sano" che verrà illuminato per primo all’interno di qs chiesa,  sia composto dagli “amministratori fedeli” di cui Paolo parla in 1 Cor 3 e 4. Quei cristiani cioè che non si sono messi a fare polemiche e questioni denominazionali o politiche, ma che hanno mantenuto la loro fede iniziale a prescindere dalle divisioni umane. Una fede senza preoccuparsi di dare giudizi né di quelli che riceve. Rappresentano la brace sotto la cenere, una minoranza, persone che non si irrigidiscono all'opera sempre trasformante di Dio, ma accogliendoLo, possono ravvivare la fiamma dello Spirito del Risorto e continuare la missione iniziale. Su questo concetto leggiamo con attenzione quanto dice l’apostolo Paolo:

 

1Corinzi 3:2-9

2 Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali. 3 Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate secondo la natura umana? 4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d'Apollo»; non siete forse uomini carnali? 5 Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro. 6 Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; 7 quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere! 8 Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica. 9 Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

 

E’ da questa base, ovvero da un cristianesimo semplice e vero, epurato dagli aggettivi denominazionali, proveniente anche da varie altre chiese, che può ripartire il senso della Riforma, ovvero la continuità della crescita della Chiesa del Signore. Non si può riformare ciò che è morto, ma se si riparte dalla base, facendo entrare luce sui nostri errori e, una volta individuati, tagliarli via di nuovo,  ce la possiamo fare.

  

(continua)

 

 

 

 


 

[1] Umiltà in una chiesa: Non è facile per una chiesa abbassarsi e riconoscere veramente i propri errori. L’orgoglio delle posizioni di prestigio acquisite nel tempo davanti al mondo fa aumentare la paura di perderle.

 

[2] La generosità per una chiesa rinnovata significa anche far crescere nella libertà “i figli piccoli”, vale a dire quelle minoranze interne che possono anche dissentire dalle direttive della gerarchia, ma proprio per questo permettono una rinnovamento continuo.

 

[3] L’impegno in una chiesa è un modo assiduo di servire il Signore nella santificazione, ovvero il distacco da ogni manipolazione e infiltrazione della mondanità e da ogni falso aspetto di "libertà sociale"  e da ogni convenienza politica. Il Signore si deve servire dal basso,  nella missione ricevuta e nello studio delle Scritture che si rivelano un poco alla volta. Una volta avviata una riforma l’impegno sta nel non farla mai fermare.

 

[4] Le opere per i protestanti vanno rivalutate. E’ il passo successivo della “salvezza per grazia”. A che serve essere salvati se poi viviamo nel mondo senza testimoniare nei fatti ciò che abbiamo appreso?

 

[5] Ricordate che dicemmo a proposito la chiesa storica di Sardi ? Fu conquistata due volte allo stesso modo, perché troppo sicura di sé non era stata accorta si suoi punti deboli e distrattamente lasciò entrare il nemico senza nemmeno combattere.

 

[6] "Fede in progresso": nel senso che davanti al Risorto siamo sempre davanti ad una “trasfigurazione” da capire un poco alla volta, come i tre apostoli sul monte davanti alla trasfigurazione di Gesù.

 

[7] "Spirale creativa di Dio": Ne abbiamo parlato dal cap 3 in poi.

 

 

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