DENTRO EFESO – cap.7 – LE SETTE CHIESE DELL’APOCALISSE  – di Renzo Ronca - 15-1-20

 

 

[Efeso – Ricostruzione del tempio di Artemide o Diana]

 

 

(segue)

 

Eravamo arrivati a leggere il testo della lettera alla chiesa di Efeso e ci eravamo riproposti di evidenziare le parti che ci sembravano più significative.

Ripeto il testo:

1 «All'angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro: 2 "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. 3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. 4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. 6 Tuttavia hai questo, che detesti le opere dei Nicolaiti, che anch'io detesto. 7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio".(Ap 2:1-7)

 

Ovvio che uno sarà colpito da un versetto ed uno da un altro, tuttavia proviamo, più che a fare una evidenziazione personale, a cercare di individuare, se possibile, quelle parti che in noi, forse, lo Spirito di Dio potrebbe aver già messo in evidenza. Per fare questo leggiamo di nuovo, sempre con calma, tutto il messaggio non tanto con una concentrazione tipo “studio razionale”, quanto predisponendo il cuore e la mente all’ascolto; come se la comprensione non dipendesse dalla nostra bravura, ma dalla guida dello Spirito Santo che, come sappiamo, manda sempre i suoi “input”.

Proviamo allora ad evidenziare alcune frasi in giallo cercando un ordine, una sintesi essenziale che ci permetta di entrare senza perderci:

 

1 «All'angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro: 2 "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. 3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. 4 Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. 5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. 6 Tuttavia hai questo, che detesti le opere dei Nicolaiti, che anch'io detesto. 7 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso di Dio".(Ap 2:1-7)

 

Ora proviamo a spiegare:

 

1) Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro

 

Quasi tutti i simboli nell’Apocalisse vengono spiegati o nell’Apocalisse stessa o in altre parti della Scrittura biblica, bisogna avere solo pazienza ed attenzione.

Quello che ci interessa qui è l’importanza di Chi ci parla. Infatti chi “detta” questo messaggio a Giovanni  (All'angelo della chiesa di Efeso scrivi..) è il Signore Gesù risorto. Ricordiamoci sempre il primo versetto del libro: “Rivelazione di Gesù Cristo…” (Ap 1:1). Ora lo stesso Gesù risorto ha spiegato i simboli delle stelle e dei candelabri precedentemente: “il mistero delle sette stelle che hai viste nella mia destra, e dei sette candelabri d'oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese” (Apocalisse 1:20)

 

Le sette stelle sono gli angeli…  I teologi si sono scontrati spesso sulla interpretazione di chi fossero esattamente questi “angeli delle sette chiese”. Noi, pur leggendo con interesse le loro convinzioni (che a volte vengono lanciate in modo assolutistico ed aspro una contro l’altra) pensiamo che non sia poi così determinante stabilire tra queste quale sia la più esatta. Se ciò fosse stato essenziale credo che il Signore ce lo avrebbe rivelato, così come ha fatto per tutte le altre cose essenziali. Tra l’altro ci pare che queste tre possibili interpretazioni che vanno per la maggiore possano essere condivisibili e coesistere senza infastidirsi e senza ulteriori diatribe: «Alcuni presumono che si trattasse di rappresentanti angelici delle chiese (giacche esistono angeli che rappresentano le nazioni; vd. Da 10:13, 20-21); altri ritengono che costoro fossero piuttosto dei vescovi (o pastori) delle chiese […]. Altri ancora ipotizzano trattarsi di messaggeri umani che raccoglievano la corrispondenza di Giovanni a Patmos per poi consegnarla alle singole chiese» (Comment. Bibl. del Disc. - MacDonald)

 

i sette candelabri sono le sette chiese…   Ci pare sufficientemente chiaro.

 

“Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro…”  Gesù risorto è dunque “in mezzo alle sette chiese e cammina” ovvero ha un ruolo centrale dinamico in tutta la Chiesa sulla Terra ancora oggi e l’avrà anche domani.

 

2) "Io conosco le tue opere,

IL SIGNORE CONOSCE. La Sua conoscenza (di ogni cuore, delle chiese, dell’universo..) non è come la nostra conoscenza che si basa sull’acquisizione di alcuni dati che vengono poi elaborati fino a produrre una acquisizione. La conoscenza del Signore è dentro la creazione mentre essa avviene; è un permeare da fuori e da dentro ogni forma ogni vita ed ogni fatto del creato. Ovviamente ci sfugge come faccia, ma del resto di Dio stesso sappiamo poco. Rimaniamo allora nei nostri limiti umani ed accettiamoli; quando e se sarà il momento sarà Lui ad aprire la ns mente. Lui conosce noi e le nostre azioni e le motivazioni delle nostre azioni e le origini remote e il fine che hanno i la realizzazione di esse.

Può sorgere una domanda: ma se il Signore conosce tutto questo, perché non interviene quando sbaglio? Beh lo sta facendo in effetti. A questo serve l’Apocalisse. La differenza è che noi quando vediamo che un altro sbaglia lo costringiamo con la forza a fare come noi riteniamo sia giusto, mentre il Signore ci avvisa una due cento volte, con tenerezza e fiducia nella nostra capacità di accoglimento del Suo amore e della nostra presa di coscienza. Non ci obbliga, ma ci fa una foto del presente e ci responsabilizza mettendoci di fronte alle nostre responsabilità. Il resto di questo messaggio infatti potrebbe scriversi anche in questo modo: “ehi guarda che ti stai scavando la fossa da solo! Rifletti e cambia, i mezzi ce li hai, la scelta spetta a te. Perché vuoi distruggerti? Sappi che senza di me che sono la vita non puoi fare nulla, puoi solo morire, ed io vedo che ti stai allontanando.”

 

"Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. 3 So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato.

Quando il Signore si avvicina non ci prende mai di petto, non è aggressivo, ma PRIMA mette subito in risalto il buono che abbiamo dentro e le azioni buone che abbiamo fatto. Se ci pensate è il contrario della nostra giustizia umana che mette subito in evidenza solo il tuo errore su cui verterà il giudizio. E’ una consolazione, un rafforzamento della nostra persona, una fiducia sul modo buono e comprensivo in cui Lui ci conosce.  «Infatti io so i pensieri che medito per voi", dice il SIGNORE: "pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.» (Geremia 29:11)

 

4 Ma ho questo contro di te:

Efeso è “diletta ed amata”, è stata curata e nutrita con amore, ma forse proprio per questo il Signore non le risparmia il rischio terribile che intravede nel suo futuro perché la diletta Efeso si sta allontanando…  Quanti cuori nostri rispondono così all’amore di Dio.. andandosene!

 

Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore.

 

Pensavo stamattina alla dolcezza del “primo amore”, alla prima ragazza che ho amato. Era tutto facile allora, tutto grande, tutto importante e meraviglioso. Poi, chissà perché, questa vastità è diventata piccola e si è dissolta, lasciando solo amarezza e nostalgia in una nebbia di vaghezza.

 

La prima generazione di credenti a Efeso era coraggiosa, fervente, piena di amore per il Signore. La seconda generazione invece, come accade spesso ai figli che hanno tutto senza averlo conquistato, si è raffreddata nel sentimento e nel presente acquisito come un diritto. Forse anche per questo  ha osservato con interesse crescente il mondo che la circondava, fatto di commercio, piaceri, idolatria.

Questo abbandono della fede iniziale era come una crepa in una grande diga. Se non si riparava subito avrebbe causato uno sfacelo irrimediabile.

 

5 Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima;

 

Ravvedersi significa rendersi conto dei propri errori e correggerli. Solo così si potrà ritrovare il comportamento giusto di una volta (le opere di prima); non con azioni ripetute per dovere senza contenuto senza sostanza, ma con motivazioni profonde. E’ questo amore inziale, questa motivazione che le nostre chiese hanno perso.

 

altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.

 

Gesù risorto, dal centro, cammina tra le chiese, tra LA  Chiesa. Egli ha dato molto per lei: non solo un amore teorico, ma il sangue, fino a morire. A chi molto è dato, molto è chiesto. Il cristiano assorbe la luce del Signore e la riflette (come il candelabro) all’interno del tempio (il tempio, cioè sia il proprio corpo fisico,[1] che corpo inteso come chiesa, insieme dei credenti[2]). Ma se questa luce, nata per essere esposta, viene messa in un luogo nascosto,[3] come se non servisse più, allora perché tenerla accesa? Lo Spirito Santo è l’olio del candeliere e se ne andrà da una chiesa morta. L’azione del Signore (rimoverò il tuo candelabro dal suo posto) non va vista come azione che parte da Dio come il fulmine che incenerisce chi sbaglia, ma come la CONSEGUENZA della noncuranza umana, la conseguenza di una non considerazione della grazia, causa possibile dell’estinzione dello Spirito Santo: “Non spegnete lo Spirito” (1Tess.5:19).

E’ una semplice logica conseguenza, non una volontà divina che desidera colpire con una punizione tremenda.

Che la premura e l’amore di Dio rimangano, è ripetuto spesso, ad es quando dice ancora: se non ti ravvedi; segno questo che la Chiesa aveva, ed ha ancora, la possibilità di rendersi conto del precipizio in cui sta per precipitare e può ancora capirlo e modificare il suo percorso ritrovando l’antico amore.

Pensiamo a questo messaggio non come uno scritto storico in una biblioteca polverosa, ma ad un messaggio vivo ancora oggi, che il Risorto manda urgentemente a una parte importante della Chiesa attuale nel mondo. Questi messaggi infatti pensiamo siano utili necessari fondamentali proprio nel tempo attuale; tempo in cui siamo alla vigilia del rapimento del credenti dalla Terra. Solo quando questo rapimento della Chiesa (cioè dei credenti) sarà avvenuto, queste sette lettere non saranno più necessarie.

Riflettiamo su quanto sia stato facile a questa comunità  in soli 30 anni passare da uno stato di fervore nella fede ad uno di trascuratezza grave. Facciamo i dovuti raffronti con le denominazioni cristiane di oggi.

 

Per ora non approfondiamo oltre, continuiamo a camminare fino alla seconda chiesa, quella di Smirne. Riprenderemo altri particolari  più avanti (come il riferimento ai Nicolaiti del v.6, nella terza lettera, a Pergamo).

 

 

(continua)

 

 

 

 


 


[1] 1Corinzi 3:16

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 

1Corinzi 3:17

Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi. 

1Corinzi 6:19

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.

 

[2] Romani 12:4-5

Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro.

 

[3] Luca 11:33

«Nessuno, quando ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto un vaso; anzi la mette sul candeliere, perché coloro che entrano vedano la luce.

 

 

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