COME INQUADRARE  L’APOCALISSE PRIMA DI PROCEDERE - 2 - di Renzo Ronca - 6-1-20

 

 

 

(segue)

Una stimata persona di fede mi parlava proprio ieri della timidezza che ancora abbiamo nell’accostarci al libro dell’Apocalisse e affermava quanto, avere un'idea buona dell'approccio, sia decisivo per iniziare bene. Concordo pienamente.

 LA GIUSTA INQUADRATURA

Pensiamo ad un servizio giornalistico al telegiornale: immaginiamo di dover spiegare un fatto accaduto, forse un alluvione o una frana o forse niente…  Il bravo cronista dovrebbe avvicinarsi con il cineoperatore e tentare di chiarire cosa è successo, dove, quando e perché, senza tralasciare un quadro di quello che le autorità dicono che si dovrà fare… L’intenzione sarebbe buona. Spesso però i giornalisti, più meno sospinti da esigenze di “audience”, evidenziano solo alcune parti, mettendo in risalto fatti particolari senza badare all’insieme. Infatti vi sarà capitato di vedere le immagini dell’operatore ingrandite al massimo su quello che sembra un fiume limaccioso gigantesco (e poi magari tolto lo zoom scoprire che si tratta di un rivoletto d’acqua dopo un normale temporale). Oppure viceversa volendoci convincere che va tutto bene, ci mostrano immagini dall’alto, in un cielo pulito, dove c’è solo un laghetto insignificante…  (e magari invece quel laghetto è un paese intero sommerso con molta gente intrappolata).

Occorre insomma una giusta inquadratura dell’Apocalisse prima di aprirla.

Possiamo arrivarci anche noi come a sorvolarla con un aereo, ma poi dobbiamo avvicinarci con un elicottero sempre più, lentamente senza fretta, e poi scendere dove si può scendere, mostrando con obiettività ciò che vediamo. Il tutto senza esagerare nell’ingrandimento, mantenendo le proporzioni con tutto il territorio. Questo almeno è quanto ci proponiamo di fare, se Dio vuole.

 Fare lo studio di un singolo passo della Scrittura biblica e soprattutto dell’Apocalisse, senza avere continuamente davanti agli occhi il quadro d’insieme, ci espone a uno squilibrio, al rischio di dare eccessiva importanza a quello che potrebbe essere un fatto marginale. Il microscopio infatti si può usare dopo, quando avremo ben chiaro tutto il paesaggio della nostra storia umana, che troverà l’epilogo proprio nel nostro libro dell’Apocalisse. E’ per questo che senza fretta, trattandosi dell’ultimo libro che rivela la conclusione dei tempi della terra, in previsione di una realtà nuova, vi giungeremo da molto lontano, seguendo e ricapitolando il percorso che ci ha mostrato la Bibbia, fino a delimitare lo spazio occupato dall’Apocalisse di Giovanni in tutto il contesto. Vedrete che non sarà noioso, procederemo rapidamente come vedendo dal finestrino dell’aereo un paesaggio che si avvicina sempre più, usando dei facili schemi sintetici.

(continua)

 

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