Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA GUERRIGLIA

Una chiave di lettura cristiana simbolica

Impariamo a combattere Satana -5

Di Renzo Ronca – 22-8-10

[imm da salernomagazine]

 

 

 

 

Ci riferiremo adesso un particolare tipo di tattica del nemico: la guerriglia. Con questo termine si intende l’azione offensiva a sorpresa di piccoli reparti per lo più di irregolari contro le forze di un esercito regolare ed organizzato. Può essere usato da una minoranza che lotta per la libertà contro un esercito conquistatore molto potente, oppure da bande di ribelli, per lo più terroristi, che cercano di destabilizzare la potenza del governo in atto. Una guerriglia ben fatta può tenere in scacco eserciti potentissimi e portarli allo sfinimento umiliando la loro potenza militare: ricordiamo il Vietnam, l’Iraq, l’Afghanistan.

Noi in questa pagina al di là di ogni aspetto politico attuale, ci riferiamo col nostro simbolismo alla guerriglia ribelle e terrorista di Satana con i suoi agenti, che ha come obiettivo dei suoi attacchi il popolo di Dio, visto sia a livello individuale[1] che di gruppo[2].

 

 

La chiave di lettura della guerriglia che Dio permette in certi casi contro il Suo popolo è la seguente:

 

 

Sal 75:4-6 Io dico agli orgogliosi: «Non siate superbi!» E agli empi: «Non alzate la testa![3]  Non alzate la vostra testa contro il cielo, non parlate con il collo rigido!»  Poiché non è dall'oriente né dall'occidente, né dal mezzogiorno che viene la possibilità d'innalzarsi, ma è Dio che giudica; egli abbassa l'uno e innalza l'altro.

 

Dio dunque, attraverso certe azioni di guerriglia del nemico vuol far riflettere il suo popolo e cerca di educarlo. La superbia, l’arroganza, la fiducia nelle proprie forze (senza più dipendere da Dio) sono la trappola giusta che Satana aspetta.

 

Piccole bande di terroristi, agili e senza scrupoli, aspettano in zone impervie e a loro congeniali (montagne malagevoli, boschi intricati, città in cui è facile infiltrarsi, ecc)  il passaggio di truppe regolari e con azioni ben studiate colpiscono reparti isolati in modo duro, dileguandosi immediatamente. Il maligno in tanti anni ha ben sviluppato queste tecniche distruttive che hanno lo scopo di incutere terrore al mondo e farlo dirigere dove vuole lui. Le forze del maligno servendosi di alleati misteriosi e potenti possono anche colpire un sistema fin dentro il suo cuore, come le “Torri Gemelle” nell’attentato dell’11 settembre 2001 a New York. Il crollo delle torri significò molto di più di due grattacieli, era il simbolo di una potenza che si sentiva inattaccabile, che veniva a crollare. Lungi da noi ogni commento politico di quel fatto terribile; trasportiamo però questo esempio sul piano simbolico-spirituale nel nostro discorso sulla “guerriglia” di Satana.

Vi sono oggi schieramenti impressionanti di soldati di quasi tutte le nazioni in “guerre sante” contro il terrorismo vero o presunto. Non riescono a vincere. Spesso vengono umiliate da gruppetti di sbandati che sanno come colpire.

 

Una certa guerriglia terroristica di Satana si combatte solo con l’umiltà.

 

Certe guerre sono male impostate, partono col piede sbagliato. La libertà e la democrazia (vogliamo dire l’amore?) non si esportano a cannonate con milioni di uomini aerotrasportati, miliardi di dollari che risolverebbero per sempre il problema del terzo mondo, ma con una presenza rispettosa della diversità culturale, con aiuti economici e sociali veri, senza l’ipocrisia petrolifera o le trame degli equilibri di potenza sul mondo.

 

Nella guerriglia che Dio permette ai nostri danni, i guerriglieri non sono il vero nemico, ma il nemico siamo noi stessi, la nostra superbia per aver innalzato la potenza nostra dimenticando la potenza di Dio.

 

Osserviamo con sincerità dentro al nostro cuore, dentro le nostre chiese: confidiamo in Dio come una volta? O pensiamo di dover e poter fare tutto da soli? Magari ci sentiamo forti e sicuri e poi, ecco che in un momento difficile, un passaggio impervio (montagna scoscesa per difficoltà della vita, deserto per solitudine sconforto o depressione, ecc) piccole bande del nemico ci attaccano e crolliamo miseramente. Se accade questo, correggiamoci subito! Non è tardi per ritornare al Signore. E’ solo Lui che guida il nostro esercito, non abbandoniamo mai la sana dipendenza da Lui, perché sono tante le cose che non sappiamo. Restiamo umili al nostro posto di uomini terreni, il nostro Generale è il Signore, ascoltiamo Lui e non noi stessi. Certe battaglie possono sembrare vincenti ma non lo sono.

 

1 Re 9:8-9 Per quanto concerne questa casa, una volta così eccelsa, chiunque le passerà vicino rimarrà stupefatto e si metterà a fischiare; e si dirà: "Perché il SIGNORE ha trattato così questo paese e questa casa?" Si risponderà: "Perché hanno abbandonato il SIGNORE, loro Dio, il quale fece uscire i loro padri dal paese d'Egitto; si sono attaccati ad altri dèi, si sono prostrati davanti a loro e li hanno serviti; ecco perché il SIGNORE ha fatto venire tutti questi mali su di loro"».

 

Geremia 17:5-8 - 5 Così dice l'Eterno: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dall'Eterno! 6 Egli sarà come un tamerisco nel deserto; quando viene il bene non lo vedrà. Dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra salata senza abitanti. 7 Benedetto l'uomo che confida nell'Eterno e la cui fiducia è l'Eterno! 8 Egli sarà come un albero piantato presso l'acqua, che distende le sue radici lungo il fiume. Non si accorgerà quando viene il caldo e le sue foglie rimarranno verdi, nell'anno di siccità non avrà alcuna preoccupazione e non cesserà di portare frutto.

 

In conclusione, assieme al ripiegamento sulle nostre debolezze, come vedemmo già, c'è una forma di compiacimento in noi stessi che ha le stesse caratteristiche distruttive. Sentirsi troppo incapaci e sentirsi troppo capaci, sono due estremi che portano solo la sconfitta nella nostra guerra contro il maligno.

 

 

 

(continua)


 

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[1] Ogni persona ha in se stessa è un piccolo esercito di risorse che deve saper amministrare con l’aiuto di Dio.

[2] Il popolo di Dio, da Gesù, è stato organizzato come Chiesa, ovvero come struttura dalle capacità molteplici, con doni differenti, che come le membra di un unico corpo, concorrono alla difesa e alle attività equilibrate del corpo stesso.

[3] Nella versione ND è tradotto con “non alzate la cresta”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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