TANTE PERSONE SI SUICIDANO, PERCHE' IL SIGNORE NON INTERVIENE?

Domande di fede sul suicidio - risponde Renzo Ronca  -  (14-9-09)   25-5-17

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DOMANDA: Caro Renzo, ho letto il tuo appello contro il suicidio e trovo qualcosa che va oltre la mia comprensione; ti chiedo in tutta umiltà: nel mondo ci sono tante persone che si uccidono dalla disperazione, sono tantissime, allora perché Gesù non interviene?

RISPOSTA: Noi non possiamo sapere se il Signore sia intervenuto o meno prima del suicidio di qualcuno.  L’intervento del Signore infatti non è sempre visibile e non ha una logica come la nostra. Avendoci creati conosce tutti i ns limiti e gli basta poco per capire cosa si agita nel ns cuore. Sono convinto che prima del suicidio, molto prima che si formino patologie suicide, Dio mandi a queste anime tormentate molti segnali e forse anche delle brave persone con buoni messaggi al fine di riportare interesse alla vita. Si passano generalmente diverse fasi piuttosto lunghe, più o meno consapevoli, prima del suicidio. La disperazione, se ci pensi bene, è una mancanza di speranza e negli stati più pericolosi non arriva da un momento all'altro; il “mal di vivere” è un tarlo che scava nascosto nel buio e se non si interviene ci si ritrova già svuotati. Noi non dovremmo dare giudizi affrettati pensando che Gesù non intervenga, perché già difficilmente capiamo il ns cuore figuriamoci quello degli altri! Per non pensare poi al cuore del Signore! Ma se noi non riusciamo, Lui si, Lui sa leggere dentro al cuore di ognuno e tenterà sempre di convincere un'anima a vivere in vista della speranza promessa. La nostra speranza non si basa sul momento presente, che può essere accettato solo in vista di quella promessa.

Molti suicidi hanno ricevuto nel corso della loro vita degli aiuti dei consigli da parte del Signore, che si è servito di fatti e di svariati mezzi e circostanze, ma spesso non li hanno voluti ascoltare. Io tante cose non le so, però mi fido di quello che dice la Scrittura: Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare.(1Corinzi 10:13). Certo, al momento della tentazione, quando questa è veramente forte, nessuno crede di farcela e tutti noi abbiamo pensato di soccombere. Così pensavo anch’io in un periodo davvero difficile della mia vita, però.. che posso dire… alla luce dei fatti, devo ammettere che non fui mai completamente abbandonato, anche se così allora mi pareva. Ero “solo” rispetto agli affetti dei miei simili ed alle cose del mondo e mi ribellavo con tutte le mie forze, ne soffrivo, "fino morirne" appunto, ma come constatai Gesù non era lontano da me, ed imparai a crederGli, per questo oggi sono ancora qui. Ma se prima di questo avessi rotto quel piccolissimo filo… non lo so dove sarei

A volte siamo presi da autogiudizi terribili, sensi di colpa, per chissà quali errori commessi che in certi condizioni vengono amplificati dall’ingannatore... ma il rimorso è diverso dal pentimento vero illuminato dalla grazia. Prendiamo Giuda l'apostolo che tradì il Signore, ebbene Giuda capì di avere sbagliato, ma il suo pentimento fu solo rimorso tormentato giudicante, senza la speranza della salvezza in Gesù, che è portatore di vita eterna: Perché Dio non intervenne con Giuda? Sono analisi molto difficili e dobbiamo procedere in punta di piedi e con umiltà, come hai giustamente detto tu per evitare di dare dei giudizi verso il Signore. Però qualche riflessione possiamo farla: Pietro pure aveva rinnegato Gesù ma il suo pentimento fu invece accettato e dopo fu reinserito nel gruppo dei 12;  perché Giuda no?  Giuda forse non ha mai voluto riconoscere Gesù come il Cristo della croce; anche se con dolorosissimo tormento straziante per essersi comportato male, ha continuato comunque nella sua convinzione che il Messia doveva essere un altro e non Gesù, altrimenti avrebbe avuto fiducia in Chi sa rimettere i peccati (in fondo lo aveva ascoltato e visto all'opera tante volte).

Allora si arriva ad un altro punto fondamentale della grandezza di Dio: il nostro è un Dio che ci lascia liberi anche di rifiutarLo. Chi è soffocato dalla disperazione, non ha fatto spazio alla speranza che viene dal Cristo. Quando questa è una scelta intenzionale, cosciente e caparbia (solo Dio è in grado di giudicare la nostra volontà il nostro poter fare qualcosa o non farla) allora è l'uomo che è artefice del suo destino e non ce la possiamo prendere con il Signore. Se rigettiamo continuamente Dio, magari bestemmiandolo, non lo so la Sua misericordia quanto possa durare.

D'altra parte non possiamo escludere che vi siano stati suicidi dovuti a malattie/inganni mentali spirituali e quant'altro, non voluti veramente da chi li ha commessi in stato di incoscienza o di "raptus", ma comunque successi. In qs caso ricordiamoci che la morte non blocca certo la grazia. La morte fisica è relativa.

Che l'anima nostra (in qualunque modo moriamo fisicamente) non sia salvata o sia salvata e possa godere della  vita eterna è una questione fuori dalla nostra portata, dipende forse dalla somma dei pensieri e degli atti e delle speranze della nostra vita, non sappiamo come agirà l'Eterno. Tuttavia il Signore ci istruisce anche in questo, lasciando le porte aperte alla speranza per chiunque voglia credere in Gesù Cristo, quando per bocca dell'apostolo Paolo ci dice: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com'è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore". (Romani 8:35-39)

Per cui usciamo anche dal recinto dei nostri ragionamenti, che rimangono pur sempre limitati, e confidiamo nell'amore di Dio, che è infinito.

 

(segue alla pag successiva)

  

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